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UN SOGNO CHIAMATO FLORIDA regia di Sean Baker

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Thorondir     6½ / 10  19/10/2022 10:56:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nel film di Sean Baker ci si arrabatta per sopravvivere. I bambini giocano felici ma non hanno una casa e manca la figura paterna (almeno dei bambini che del film sono protagonisti). È un'opera che racconta, in modo leggero, ironico e con uno sguardo che predilige il punto di vista dei bambini, un'America che vive nei motel e che fa fatica ad arrivare alla fine della giornata. Ed inevitabilmente il film finisce per toccare temi come la povertà, la prostituzione e la violenza: coerentemente però con lo sguardo dei piccoli, Baker decide di non andare mai fino in fondo, di non mostrare, di tenere fuori campo e di celare alla vista (i clienti della ragazza che si prostituisce non sono mostrati, ma ne sentiamo uno parlare mentre la telecamera inquadra la piccola che fa il bagno, la scena del pestaggio tra le due donne non ci viene mostrata e la telecamera inquadra tutto da dietro il bambino che assiste impotente). È un universo borderline dove le esistenze sono costantemente in bilico e dove i piccoli finiscono per introiettare i modi dei grandi (non solo parolacce ma anche azioni, dagli sputi all'incendio). Baker quindi non va fino in fondo e pur senza scadere nel facile moralismo assume un atteggiamento apertamente critico verso gli adulti, e il finale è il trionfo dell'amicizia e dell'umanesimo dei piccoli. E però il film alludendo e non mostrando sembra quasi monco.