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LA CASA DI CARTA - STAGIONE 1 regia di Jesús Colmenar, Miguel Ángel Vivas, Alex Rodrigo, Alejandro Bazzano,

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Terry Malloy     8 / 10  09/06/2018 11:19:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Le maschere di Dalì sono una chiave di lettura della serie, nella sua interezza. Giusto. Come per quasi tutte le hit seriali (TWD, GOT, Stranger Things ecc), è quasi più rilevante l'impatto sul pubblico che i contenuti della serie. Nel caso della CdC, mi pare che le due letture più aberranti dell'opera sono quelle di un pubblico facilone e credulone che ha creduto nel messaggio rivoluzionario dell'opera (come è possibile farlo, mi chiedo, visto il finale?), e quelle di chi si aspettava (non a torto) un capolavoro di azione e dramma e si è trovato davanti Il Segreto in salsa Tarantino (omaggiato, insieme a Breaking Bad, James Bond ecc).

Per quanto infatti fossi partito prevenuto, CdC mi ha trascinato in un vortice di emozioni melodrammatiche inserite in una cornice semi-seria. Che dire? L'ennesimo prodotto confezionato in modo da piacere il più possibile a un pubblico variegato. Io ne ho apprezzato gli aspetti più surreali, bunueliani, autore che si omaggia di fatto riproponendo uno schema da Angelo Sterminatore, nella cornice meno simbolica di una rapina. Qui si innesta il secondo tema: una serie che parla di persone comune che infrangono la Regola per eccellenza, sottraendo allo Stato il monopolio della stampa di cartamoneta, non poteva che infrangere le regole che costruiscono un buon film d'azione. Di qui, trovo insensato focalizzarsi sulla coerenza della sceneggiatura (critica "nerd" tra le più frequenti, vedi GoT/TWD).

Chi però si è immerso mente&core nello spirito della serie, credendo di trovarsi di fronte a un manifesto politico è abbastanza ********. Non per fare lo snob, ma prendere sul serio Casa de Papel è come prendere sul serio True Blood. Sono serie postmoderne, si prestano a più letture, ma credere a quella immediata è abbastanza naif e non coglie la bellezza globale dell'opera, fatta anche di una Tokyo che accusa il Professore di immaturità perché si veste come "zia Gertrude", o di un Signor Torres che viene omaggiato da Nairobi e Berlin.

Tra i difetti: il rapporto tra Raquel e il Professore, la gestione degli ostaggi, qualche scena ripetuta troppe volte, qualche dialogo noioso tra Rio e Tokyo, il fatto di non pestare di botte Arturito.