ULTRAVIOLENCE78 6 / 10 30/08/2009 21:46:28 » Rispondi David Cronenberg ripercorre il caso di un complesso edipico, col risultato di una tematizzazione che non sfocia in alcuna problematizzazione. La storia, raccontata con indubbia classe, non va parare da nessuna parte e si rivela fine a se stessa: si è semplicemente al cospetto di una descrizione puntigliosa della causa di una patologia psichica, esente da qualsivoglia analisi di larga portata che trascende la fattispecie singola. La mente è come uno specchio in frantumi che può essere ricomposto solo attraverso un’introspezione a ritroso? O come la tela di un ragno tortuosa e labirintica? D’accordo, ma esprimere il concetto della complessità umana in questa maniera risulta alquanto semplicistico. In definitiva, troppo poco per un autore come Cronenberg; sufficiente per chi s’accontenta di un giallo dalle implicazioni psicologiche.