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SPIDER regia di David Cronenberg

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amterme63     7½ / 10  21/10/2010 23:13:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei temi preferiti da Cronenberg è quello della labilità e della debolezza dell'indentità individuale umana. Questo tema è stato affrontato ad esempio in "Inseparabili" e soprattutto in "M. Butterfly". In questi film si certificava il dominio e il prevalere delle costruzioni istintuali e cerebrali (per lo più a carattere regressivo e distruttivo) sulle percezioni oggettive, collettive o esterne. In tutti questi casi i personaggi costruivano un proprio mondo paradossale e morboso, il quale finiva per fare "smarrire" le identità sociali e pubbliche a favore di turbe e di distorsioni che provenivano dalla parte inconscia e irrazionale dell'animo umano.
"Spider" si differenzia dai film precedenti in quanto in questi ultimi il tema della perdita dell'identità era inserito in rapporti sociali, culturali o politici, in ogni caso in un quadro complesso e completo; mentre in "Spider" ci si concentra solo ed esclusivamente sulla patologia, sulla percezione particolare e sui risvolti sentimentali e psicologici (tragici) che tale "stortura" ha sul personaggio emblema.
L'essenza del film diventa quindi di natura formale. La sfida di Cronenberg è quella di riuscire a raccontare e a rappresentare una mente problematica e distorta tramite il linguaggio e i mezzi di comunicazione della gente "sana"; sfida secondo me vinta.
La prima cosa che fa è quella di prosciugare e concentrare l'azione del film su di un unico personaggio. Fin dalle prime inquadrature seguiamo il protagonista e in pratica non lo abbandoneremo più nemmeno per un secondo. Il mondo esterno è ridotto letteralmente ai minimi termini, solo lo stretto necessario a spiegare la psiche di Spider. Il ritmo e i tempi rallentano e si dilatano, creando un'atmosfera sospesa e meditativa. Si usa un montaggio alla Nouvelle vague, cioè concentrato su fatti e avvenimenti spesso banali o insignificanti ma che seguono un preciso filo sentimentale più che logico. Il carattere del protagonista viene quindi sviscerato e approfondito, tanto che lo spettatore finisce per prendere confidenza e a "sentire" o almeno a conoscere bene i complessi e le abitudini strane di Spider.
La relatività di tutto quello che viene rappresentato si ottiene tramite la commistione di soggetto e oggetto. In pratica Spider adulto appare sempre presente fisicamente in tutte le scene, anche se non viene percepito e non entra nell'azione. Con questo espediente si rende chiaro che tutto quello che viene mostrato potrebbe anche essere una proiezione della mente di Spider, una specie di racconto in soggettiva probabilmente viziato dal dubbio della stortura imposta da una mente malata. Il flashback avrebbe invece suggerito di più l'idea di verità e oggettività. Così invece il dubbio permane, fino alla tragica conferma finale. Diciamo che questa incertezza è la principale fonte di suspense del film.
"Spider" rivela quindi la grande maestria tecnica di Cronenberg, dimostrando che di fatto è un regista completo e non semplicemente uno solo specializzato in un certo genere filmico.
Il messaggio che si ricava dal film è che la mente umana va facilmente in "tilt". Molto dipende da come durante l'infanzia viene superato (e se viene superato) il complesso di Edipo e anche da come avviene il primo approccio che si ha con il sesso (quello di Spider è stato traumatico).
Anche se "Spider" è un buon film, preferisco di più i film "completi", dove la parte psicologica individuale non vale solo per se stessa ma soprattutto come parte di un universo quanto mai vario e complicato quale è quello umano.