Ciumi 8½ / 10 12/12/2011 18:30:11 » Rispondi Tutto suggerisce l'irrimediabilità di un'impasse psichica - il presente lugubre rinchiuso in un passato deforme (i vecchi del manicomio), le metamorfosi dei volti delle donne. Le oppressive atmosfere, l'odore di gas ovunque e la fissità della narrazione e degli ambienti squallidi, il protagonista che osserva la vasca da bagno e si ritrova rannicchiato nel suo liquame vischioso, che osserva il letto e vi si vede coricato inerte. La tela del ragno che imprigiona il film - lo spago nelle mani del bambino che si propaga sopra la stanza per tutta la casa, la struttura agghiacciante a reticoli del gasometro, il taccuino, il puzzle del gabbiano distrutto e i frammenti di vetro ricomposti soltanto dal medico.
Cronenberg ricostruisce la vicenda con i buchi di una mente confusa, l'ambiguo rapporto con la madre, si mescola con l'invadente figura della prostituta e con l'odio paterno. Rimane al centro uno spazio vuoto e almeno due tessere in mano. La figura che ne viene fuori è una ragnatela angosciante, inestricabile, in cui cresce l'ombra solamente del ragno divoratore, il trauma famigliare.