Alan Wake 6 / 10 24/10/2013 13:57:09 » Rispondi A Rikers Valley, diverse morti vedono protagonista il "Mangler", la stiratrice di una imponente lavanderia industriale. Il misterioso caso attira l'attenzione e la preoccupazione di John Hunton, il detective incaricato di indagare su questi insoliti e terribili incidenti. L'indagine chiude il caso come "causa accidentale", ma le ricerche del detective fanno emergere un'inquietante segreto soprannaturale: il mangano è posseduto da uno spirito demoniaco, divoratore di vergini, disseminatore di sangue e causa di cruenti omicidi. Tobe Hooper scrive e dirige questo horror ideato da un racconto breve di King, che ripropone la sua idea di malvagità metafisica e concreta al contempo. Il soggetto non rappresenta nulla di eccelso o elaborato, ma semplicemente un racconto favolistico dell'orrore. Dalla storia magra e povera di King, Hooper ottiene, di conseguenza, ben poco: la semplicità della trama fa spesso girare a vuoto il film, che risulta in diversi punti ampolloso ed inutile, se non per le scene violente e sanguinose tuttavia ottimamente girate. Il massimo che la pellicola è in grado di spremere è qualche sbocco qualitativo e riflessivo che però crea più apparenza che sostanza, come i rischi di mortalità della classe operaia messi in primo piano e l'avidità estremizzata dell'antagonista ricco e potente (interpretato da un Englund in grado di animare un personaggio cartonato e fumettistico). La tensione, ben creata ma mai troppo vistosa, accompagna il film fino al frettoloso ed ampiamente esagerato finale, che porta alla conclusione della storia, che dimostra come l'infernale macchina sia riuscita a soggiogare e corrompere chiunque utilizzando la bramosia di ogni abitante della piccola cittadina del Maine. La storia, a volte forzata e a volte poco ammissibile, racconta poco e nulla ma racchiude un fantastico reparto tecnico, che si serve ben poco degli effetti speciali, costituiti anche da una scadente CGI, ma che è esaltato da una regia perfetta, che racchiude la maturità e l'esperienza di Hooper, e una spettacolare fotografia. Nonostante l'ottima direzione e il bravissimo Ted Levine, duro e convincente, l'idea di base e la storia che ne segue catturano ben poco. Dalla fantasia di King alla mano di Hooper, però, questa pellicola è diventata col tempo un cult di genere, strutturalmente debole ma di godibile visione.