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MONDO CANE regia di Paolo Cavara, Franco E. Prosperi, Gualtiero Jacopetti

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crayon     6 / 10  09/08/2012 16:43:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non è che se lo scrivi all'inizio, allora le scene diventano reali.

Questa è l'unica chiave di lettura interessante che ho trovato per questo cult. Una riflessione anarchica, reazionaria, sarcastica e irridente al concetto di verità, che fa leva in modo molto potente (anche a leggere i commenti qui su filmscoop) sulla voglia di vedere il macabro, il godimento nello scovare il raccapricciante,il diverso, ciò che non possiamo mai vedere. Una ben congegnata opera di mistificazione della realtà, che passa in modo non delineabile dal vero al verosimile, al falso.

L'obbiettivo di Jacopetti&Co. mi sembra quasi voler essere il Nietzsche del giornalismo globale che negli anni '50 e '60 esplodeva con la larghissima diffusione di reportage e documentari antropologici. Ma questo tentativo è fallito per autocompiacimento, per essere caduti gli autori stessi nella trappola del modo più semplice: darein pasto allo spettatore un bel piatto di m*rda audiovisiva. E così e è venuto fuori addirittura tutto un filone. Inoltre alcune blocchi sono realmente noiosi:


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crayon  09/08/2012 17:01:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
<<segue>>

Le falsità a mio avviso più incredibili sono:

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Tutto ciò potrebbe essere solo ormai storia del cinema ma invece mi va di rilanciare con questo film un tema che oggi è esasperatamente più importante di allora: la verifica delle fonti di informazione.
Il web si sta riempiendo sempre più di informazione spazzatura, alcune delle quali vengono alimentate dai fruitori esattamente come in questo film si è portati a credere di aver visto un film etnografico. Basti pensare alla infinità di bufale che rimbalzano da una bacheca all'altra su Facebook, o alle informazioni date alla spicciolata sui quotidiani online nelle colonnine di "curiosità" dal mondo. Questa spazzatura fa leva sui nostri istinti più profondi, quella che ci attiva (a noi maschi quantomeno) quando vediamo una foto di una donna nuda o in bikini sui giornali (on line o meno), qualla che fa bypassare il controllo critico del nostro cervello, pur di ottenere una gratificazione ancestrale.

Menzione speciale, che alla fine mi fa dare la sufficienza al film, la colonna sonora magistrale di Riz Ortolani: storia di uno stile italiano.