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12 SOLDIERS regia di Nicolai Fuglsig

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Spotify     7 / 10  13/07/2018 05:13:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Giocattolone americano che riporta sullo schermo alcune delle conseguenze e degli eventi, che si sono succeduti, dopo l'11 settembre.
Il tema, certamente non è orignale e il film si presenta per quello che è, ovvero, uno spettacolo di puro intrattenimento. Ed è proprio questo fattore, che alla fine, porta la pellicola ad essere promossa, seppur, con delle riserve.
La trama vede un gruppo di appena 12 soldati dell'esercito americano, imbarcarsi in una missione ad altissimo rischio: devono recarsi in Afghanistan, in una delle zone più montuose, e una volta li, l'obiettivo è cercare di debellare i talebani, i quali sono uno strumento molto utile a Bin Laden, in funzione a prossimi attacchi contro l'America e l'occidente in generale.
I 12 soldati, capitanati dal giovane Mitch Nelson, saranno affiancati, nella battaglia, dalla banda del generale Dostum, facente parte dell'alleanza del nord. Insieme, i due gruppi, andranno contro intere tribù di estremisti islamici, per quella che sarà una guerra all'ultimo sangue.
Questo è uno di quei film che, quando lo vai a vedere, sai già cosa aspettarti. E infatti, le mie aspettative non sono state tradite. Immaginavo fosse un film con tante esplosioni, tanta spettacolarità e tanto, tantissimo patriottismo, e così è stato.
Se vogliamo andarle a cercare, si può dire che le uniche cose un po' più singolari, delle quali, a dire il vero, il regista se ne cura molto, sono la scenografia e, soprattutto, le modalità d'attacco dei protagonisti. E le due cose, sono strettamente collegate.
Riguardo il primo elemento, si sa ovviamente che il territorio afghano è composto in quella maniera, però, Fuglsig, riesce a fargli assumere un aspetto, grazie soprattutto alle magnifiche e numerose panoramiche, quasi da film western. Ed, a ciò, va ad associarsi, appunto, il fattore dei cavalli. Tramite quest'ultimi, i personaggi del film, ci compiono attacchi, ci marciano ecc... proprio come nei suddetti film western! Certe sequenze, dal gusto decisamente retrò, ricordano moltissimo quel genere di pellicole.
Di questo, è giusto che il director se ne prenda il merito, in quanto, è una scelta che senza dubbio, "colora" un bel po' la sua opera.
Tutto resto, era scritto fin dal principio:
I personaggi sono fatti immergere quanto basta nel contesto. Sono tutti più o meno credibili, in particolare, il generale Dostum, il quale è, senza dubbio, il soggetto più intrigante.
Il ritmo è ben sostenuto. In più di due ore, l'attenzione non cala mai, e, buona parte, della durata della pellicola, è segnata dai continui scontri che avvengono tra i nostri eroi e i talebani.
Le scene di combattimento sono belle, molto pirotecniche e "pompose", ma, tuttavia, sono credibili. Lo sguardo si riempie con queste sequenze, e tanto basta.
Non manca neanche la suspense, in almeno 3/4 scene.


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Effetti speciali maestosi, davvero stupefacenti. Usati in gran quantità ma dannatamente bene dal regista.
Il finale già lo si conosceva, in quanto la storia è ispirata ai fatti reali, quindi bisognava per forza attingersi a quelli. Comunque è ben girato.
Fotografia ottima. Si sposa perfettamente con la splendida location.
Anche la fotografia, vagamente, ricorda un po' quella dei vecchi western, per via delle tinte polverose, tendenti al marroncino-giallo.
Un altro aspetto decisamente riuscito, è l'impianto sonoro. A tratti, sembra davvero di essere sul campo di battaglia, con gli spari dei mitra che sembra siano vicinissimi allo spettatore.
Colonna sonora tipica di queste produzioni. Accompagna degnamente le scene più spettacolari.
Il cast è buono. Hemsworth, è autore di una prova senza infamia e senza lode. Si limita a svolgere il compitino.
Invece, Navid Negahban è molto bravo. L'attore iraniano-statunitense sfodera una recitazione estremamente realistica. Gli sguardi acchiappano l'attenzione dello spettatore e l'interpretazione dei dialoghi è ferrea e decisa. Un'ottima performance.
La sceneggiatura è praticamente ridotta all'osso. Più di metà dello screenplay, è basato sulla direzione di tutte le scene action, scritte, nonostante tutto, benissimo. Per il resto, troviamo i soliti dialoghi stereotipati e basta.
In questo film, la classica retorica americana si spreca. Abbiamo le solite battute, i soliti commenti sulla guerra, sull'America e sulla natura dell'essere umano. Insomma, cose che abbiamo sentito e risentito in decine di pellicole.
Il rapporto tra il capitano Nelson e il generale Dostum, è gestito, secondo me, in maniera estremamente superficiale. E ciò è dovuto proprio a causa della retorica della quale parlavo prima. Il vincolo tra i due personaggi è talmente scontato e standardizzato che è inutile anche parlarne.
Ovviamente, non poteva mancare quel patriottismo, il quale ormai, eccelle nei film americani di questo genere. Va bene che nella realtà questi soldati fecero un'impresa e quant'altro, ma nel film, ci vengono mostrati quasi come dei superuomini, come se loro, rappresentassero l'America intera. E a sua volta, gli USA vengono descritti, ancora una volta, come la più grande potenza esistente. Questa cosa, sta cominciando a diventare irritante.

Conclusione: come prodotto da intrattenimento è ottimo. 2 ore e passa che filano via lisce come l'olio. Ci si diverte. Diciamo che è uno di quei film da vedere al cinema. Una visione la merita, senz'altro per l'alto tasso di spettacolarità.

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