ULTRAVIOLENCE78 9½ / 10 05/06/2008 12:43:11 » Rispondi E' proprio vero che l'impressione che si ha, guardando questo piccolo grande capolavoro, è quella di un quadro in movimento. Stilisticamente "Madre e figlio" si pone agli antipodi rispetto ad "Arca russa": allo spettacolare piano sequenza unico di quest'ultimo (che Sokurov realizzerà cinque anni più tardi), si contrappongono qui inquadrature fisse e talvolta in lieve movimento, che si impongono con la loro straordinaria bellezza. Una fotografia magnificente fa di ogni singola immagine un'opera d'arte visiva a metà tra il reale, in cui si immortalano gli ultimi momenti insieme di una madre e di un figlio nella cornice di una natura ritratta in tutta la sua poderosa maestosità, e il surreale creato da un'alone che contorna ogni singola scena, spesso lievemente distorta in senso oblungo. Ma "Madre e figlio" non è soltanto un meraviglioso esercizio di stile: alla eccezionale bellezza formale si coniuga la riflessione sul tempo che scorre, resa strepitosamente dal treno in movimento il cui vapore si dissipa nell'aere. A ciò si aggiungono l'imponenza di una Natura che sopravvive all'uomo facendolo sentire un impotente, e l'ineluttabilità della morte che sopraggiunge inesorabilmente nell'ultima struggente scena. Al sopra di tutto, però, si erge il profondo amore del figlio per la propria madre agonizzante: egli l'accompagna nel suo breve percorso verso il trapasso, donandogli momenti d'amore di una intensità unica che culminano quando, alla fine, di fronte alla sua morte, le sussurra dolcemente di aspettarlo là dove si trova. Il dolore del figlio non è ostentato, ma trattenuto -salvo quel momento di abbandono solitario tra gli alberi, e nonostante ciò arriva allo spettatore con una potenza dirompente. E' questa la forza di "Madre e figlio": la capacità di trasmettere con i gesti infinitamente di più di qualsiasi parola.
Ciumi 02/09/2009 07:51:05 » Rispondi Ciao Davide, Bello “Madre e figlio” di Sokurov; e definito, giustamente, un quadro in movimento. Ma esiste un altro “quadro in movimento” d’un autore sempre russo, ma a quanto pare meno noto: è “Il Racconto dei Racconti” di Norstein. Forse il più bel film d’animazione mai realizzato. Anzi una vera e propria poesia (e mi ha stupito il fatto che non era neppure inserito nell’archivio, tanto che ho dovuto richiederlo alla redazione, che è stata oltretutto tempestiva ad accontentare la mia richiesta); e che ci terrei vivamente a consigliarti. Guarda il video su Youtube se vuoi farti prima un’idea (il titolo originale è “Skazka Skazok”, o “Tale of Tales” in inglese). Vedrai, ne sarai incantato.
P.S. Ho scritto la stessa cosa a Marco Iafrate; ma questo film è troppo bello per non essere commentato da nessuno.
Ho visto che hai recensito il film di Bresson (che però non ancora visto). Io ho invece consegnato la rece su ALTERD STATES: un "trip" psichedelico agli antipodi rispetto al viaggio odisseico/evolutivo di 2001, ma parimenti significativo nel senso di un "regressus ad uterum".
Ciumi 02/09/2009 18:16:31 » Rispondi Come fai a sapere che ho recensito Bresson? Il fatto è che sì ho spedito la recensione (per me è la prima), ma ero ancora in attesa di sapere se era OK... Il film di Russell l'avevo scaricato tempo fa, l'ho su DVD ma ancora non l'ho visto. Sicuramente prima o poi lo guarderò.