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LORO 1 regia di Paolo Sorrentino

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Goldust     7 / 10  21/06/2022 11:22:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho visto solo la versione da 150 minuti che condensa i due capitoli di "Loro", e quindi questa recensisco. Il lavoro di Sorrentino è come spesso una bulimia di stili e generi, e ricorda nelle atmosfere alcuni suoi classici come "Il Divo" e "La grande bellezza" mescolati con l'esuberanza giovanile à la "The Wolf of Wall Street". Ingabbiare la figura di Berlusconi in qualcosa di definito è impresa francamente impossibile per chiunque cineasta ed allora Sorrentino cerca di indagarne l'umanità, il suo candore fanciullesco, la sua voglia di fare, l'orgoglio plurisottolineato di essersi fatto da solo, la sua capacità - presunta - di non offendersi mai, la necessità quasi morbosa di farsi attorniare da personaggi consenzienti. Tra bagordi, feste, intercettazioni e scandali ne esce un ritratto edulcorato dai tanti lati bui dell'epopea berlusconiana, ma anche la visione immutata di un sognatore che ha traghettato l'Italia in un periodo di storia ovattato ed esternamente luccicante. Attorno a lui, un nugolo di personaggi secondari mai chiamati con il proprio nome ( Scamarcio è Tarantini, la Smutniak è la Began ) che perdono pian piano spessore fino a scomparire dalla scena man mano che la pellicola progredisce ed abbraccia gli affari personali di Berlusconi ( il vibrante faccia a faccia finale tra lui e la Lario non fa sconti e probabilmente neanche vincitori ). Lo stile registico di Sorrentino è questa volta tecnicamente più controllato ma le musiche sono eccessive ed a tratti, nella prima parte, sembra quasi di essere di fronte ad un musical; non mancano come sempre passaggi di grande cinema insieme ad altri inutili o ridondanti. Tra le mie scene preferite: gli insegnamenti di nonno Silvio al nipote che gli chiede se andrà in prigione; la telefonata notturna di Berlusconi ad una donna sconosciuta per confermare a se stesso di essere ancora un grande venditore; la già citata litigata finale. Cast come sempre di ottimo livello con una Smutniak fatalona da togliere il fiato, un Servillo a volte un pò troppo macchietta ma insuperabile nella sua maschera comica e tragica insieme, una Elena Sofia Ricci che sottolinea bene l'apatia di una vita coniugale ormai sempre più castrante e piena di umiliazioni. Forse la versione che ho visto è meglio amalgamata nel racconto e soprattutto sfrondata da sequenze inutili rispetto alle due originariamente uscite in sala. Sicuramente è più che sufficiente per cogliere il senso del lavoro del regista e capace di lasciare il segno.