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LAZZARO FELICE regia di Alice Rohrwacher

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Thorondir     8 / 10  28/03/2023 15:53:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In un mondo fuori dal tempo (più volte mi sono chiesto quali fossero gli anni in cui è ambientata la prima parte) si costruisce il grande inganno, si reitera l'atavico sfruttamento dell'uomo sull'uomo grazie alla persistenza dell'ignoranza nel mondo contadino e all'esercizio del potere egemonico da parte di chi detiene la ricchezza economica (e quindi politica). In questa sorta di "The Village" all'italiana, dove l'horror sta nel come si trattano gli esseri umani, la figura di Lazzaro è simbolo di una bontà oltre il tempo. È un elemento estraneo a quel mondo ma allo stesso tempo ne è l'esemplificazione massima: incapace di dire no, di ribellarsi alle situazioni, sempre pronto a subire e a lavorare per tutti. La sua resurrezione diventa espediente narrativo-metafisico con cui raccontare l'eterno ritorno del male e dell'uguale e la continua sconfitta della gentilezza: che sia il mondo di terra dei contadini o quello dei grigi grattacieli e delle fredde banche, nulla sembra veramente poter cambiare nello sguardo della Rohrwacher. E però, nonostante un pessimismo mai mascherato e poco "italiano" in ambito cinematografico, la regista sembra dirci che quelle battaglie umane di bontà, quelle incoscienti manifestazioni di gentilezza e premura sono proprio quelle che vanno compiute, oltre il tempo e lo spazio.