Marco Iafrate 8½ / 10 05/02/2007 22:43:59 » Rispondi Il film inizia con un'inquadratura fissa su una strada poi uno stop, rewind e la storia si immerge nel mistero. Come nel bellissimo "Strade Perdute" di Lynch ci troviamo di fronte a misteriose videocassette che ritraggono la vita privata di una coppia (Georges/ Daniel Autiel e Anne/ juliette Binoche), poi telefonate, disegni macabri. Con intelligenza Michael Haneke mischia continuamente i piani di realtà e rappresentazione, si pensa di assistere ad una scena dal vero e all'improvviso le immagini accelerano: era una cassetta. In questo film trovo molto bella la forza della parola, del detto e non detto, dei dialoghi ( bellissimo quello tra Georges e la madre (Annie Girardot). Il fantasma che riappare a Georges dal suo passato, un peccato da bambino, un episodio che coinvolse una famiglia algerina vissuta nella casa paterna negli anni 60, porterà al drammatico finale. Il regista tiene a sottolineare il senso di colpa che tutti, in particolare i ricchi occidentali, hanno verso il terzo mondo.