Aletheprince 6½ / 10 07/07/2008 23:58:57 » Rispondi Ancora, dopo lo choccante Funny Games, un brillante quanto ostentato esercizio di psicanalisi registica, alla ricerca di una preordinata frantumazione delle mollezze e dei falsi compiacimenti della beata borghesia moderna, polemicamente osteggiandone ogni baluardo di solidità e sconvolgendone il celluloide mondo dorato. Dalla monocorde, scontata, silente ed ambigua vita di una famigliola "per bene", emergono squarci fragorosi di una repressa inquietudine sociale, dove l'occhio della telecamera sublima ciò che il proprio ego aveva vanamente nascosto fra i remoti angoli dell'oblio. Il tutto è condito con il solito autocompiacimento (pseudo)narrativo di Haneke, dove l'esasperante lentezza delle scene è un minaccioso grido di allarme contro gli stereotipi della quotidianità. La storia, in sè, si riduce davvero a poco, anche considerando l'ingenuo presupposto da cui trarrebbe spunto, rievocando un lontano episodio di una primissima e vaga infanzia (seppur fondamentale per la vita del protagonista). Anche la spiegazione, almeno quella maggiormente plausibile, dopo aver letto alcuni "aiutini" carpiti da altri commenti, appare alquanto banale e persino irrealistica.
Probabilmente è proprio il figlio della coppia che, d'accordo con il giovane algerino, filma nascostamente i propri genitori, implicitamente presupponendo "magagne" ben più evidenti di quell'episodio dell'infanzia del protagonista (vedasi l'allusione al rapporto della mamma, così sentimentalmente "vicina" all'amico comune!).
Al di là dello sviluppo narrativo (peraltro modesto), resta la forte denuncia sociale, come pure destano scalpore e non possono lasciare indifferenti diverse scene di alta drammaticità, che ricordano, ancora una volta, le peripezie registiche di Funny Games. Niente da Nascondere è un film che non può non far riflettere, forse una pellicola incompiuta, ma sicuramente un nuovo colpo nelle coscienze degli spettatori.