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NIENTE DA NASCONDERE regia di Michael Haneke

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elio91     8 / 10  25/05/2011 15:25:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche in questo caso sono rimasto confuso sul voto da assegnargli. Il maledetto Haneke mi pone sempre questo tipo di dubbio e non è solo una questione di voto,la domanda è: il film mi è piaciuto? Sicuramente si,già alla prima visione. Non mi sono minimamente infastidito per le cose che non vengono risolte e per l'enigma che resta tale,forse un tantino per delle scene lunghissime e lente che lavorano sulla percezione dell'immagine,tema fondamentale per l'austriaco. Però ci ho pensato per tutto il giorno e ho deciso di rivedermi la seconda parte per timore mi fosse sfuggito qualcosa,inutilmente dato che la trama è quella e non cambia. Anzi il finale accresce l'enigma e lo rende ancora più mostruoso e inquietante; l'unica cosa sicura è che ancora mi ronza in testa e per questo è di sicuro una pellicola di grande valore.

Capisco anche gli innumerevoli voti bassi e le bocciature. Le premesse sono quelle da thriller tradizionale,molto suggestive: una famiglia riceve in continuazione videocassette anonime con riprese della strada dove abitano,accompagnate con disegni infantili sempre più inquietanti e presagio di qualcosa di orribile. L'incipit ricorda vagamente quello di Strade Perdute di David Lynch,ma ovviamente Haneke porta il suo discorso e la sua opera in tutt'altra direzione. E allora il mondo che ci mostra è quello vuoto e disumanizzato di un'umanità che non ammette innocenza,dove i bambini sono forse i carnefici più grandi. Il finale rafforza questa tesi. Mentre il protagonista Georges da vittima diventa l'uomo che ha qualcosa da nascondere,un segreto innocente radicato nel passato che tanto innocente non è e che porta a delle conseguenze che Haneke sembra reputare gravissime. Non a caso il filtro della televisione ci mostra gli accadimenti storici nel mondo,e Caché è un film anche apertamente politico in cui il regista inserisce il dramma dell'Algeria con la solita radicale visione. E poi bisogna ovviamente citare anche lo sfascio della famiglia di Georges,chi vedrà il film ne trarrà le dovute conclusioni: anche il dettaglio apparentemente più insignificante o destabilizzante,che pare non avere nulla a che fare con la trama,nasconde un'enigma nell'enigma come ad esempio le frecciate del figlio alla madre troppo vicina ad un amico di famiglia. Per Haneke le colpe dei padri non solo ricadono sui figli ma la spirale continua in un gioco al massacro evidentemente pessimista ed infinito.
Ovvio che questo è però relativo data la struttura aperta di una sceneggiatura che non da risposte e fa solo tante domande.

Paurosa la regia che come suo solito getta lo spettatore in un'atmosfera in cui tutto accade con una brutalità asettica e glaciale. C'è in particolare una sequenza di morte (oltre a quella del sogno del protagonista con la gallina) che sconvolge e lascia di sasso.