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SYRIANA regia di Stephen Gaghan

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6½ / 10  05/03/2006 00:38:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esistono non pochi punti di contatto tra questo film e l'ultimo Meirelles:a parte il fatto che "the constant gardener" è girato in Africa e affronta il tema ben diverso delle multinazionali farmaceutiche... mi sembra che quest'ossessione di verità disarmi la realtà stessa ad uso e costume hollywoodiano-
Crea sconcerto, Syriana, e nonostante tutto, ribadisce la sua importanza (certo piu' storica che artistica) nel tentativo di creare l'effetto sensazionalista che vorrebbe.
Un film ambizioso e verboso, con una durata che sembra raddoppiata ogni volta che ho guardato spazientito l'orologio.
Un'opera à la Siodelbergh, si dice in giro, (nondimeno tra i produttori) il che equivale a intendere un finto progressismo che solo a tratti sembrerà "il film che S. non ha mai avuto il coraggio di dirigere".
Ma è opera sua quest'Oriente patinato e luccicante con i talari bianchi soffocati dal sole del deserto (non una macchia di sudore)?
E che dire dell'indigesta sequenza dei falchi ammaestrati, degni dello spot della Rover, a cui succedono riunioni di arabi in stile baccanale (Cicerone ha cambiato casa?)? Giusto qualche falo' nel deserto, a sostenere il romantico appeal della polveriera ehm occidentale dei nostri giorni...
Ma non è facile essere severi con questo film: opera levigata che non riesce a cancellare completamente l'apparenza di un'oggetto scomodo (come lo script tratto da Baer) che, grazie ad omissis, ricatti, omertà riesce a sottrarsi al suo impellente messaggio sociale, grazie a un qualunquismo calcolato (responsabilità nomi tutti e nessuno) e a una faticosa "finzione" romanzesca. Frasi come "la corruzione è cio' che ci fa vincere" è un po' la scoperta dell'acqua calda.
E' in questo senso che i punti di contatto con Meirelles sono distanti, perchè la rabbia di quest'ultimo non lascia certo gli spettatori tornare a casa con l'impressione di aver assistito a un film molto meno vetriolico di quanto sarebbe lecito supporre.
Adoro Clooney, e per una ragione precisa: è un'uomo che crede nei suoi progetti fino in fondo. Come si fa non ammirare una persona così?
E' un buon attore e, se riesce a svincolarsi dagli esercizi di stile, come regista sarà tra le ipoteche del futuro... Il suo Bob mi sembra tra i pochi in grado di dare linfa al film (l'altro è l'eterna carogna Plummer, nei panni di uno spregevole avvocato) per un cast tanto eccelso quanto sprecato (irrilevante Hurt per es.) molti altri sembrano troppo (pre)occupati della professionalità messa al servizio di una pellicola robusta, ma un po' fredda.
A scongelare gli animi ci pensa l'intuizione piu' bella del film, i giovani iraniani addestrati a "fuggire dalle cose terrene per preparare la propria fede", una via per l'integralismo il terrorismo etc. tra "cattivi maestri" e l'accettazione piu' devastante e retriva del concetto di Teocrazia.
Sono momenti di ottimo cinema, che mettono a disagio nei volti di coscienze pronte a combattere contro se stesse, l'addio al parente prossimo, la follia di una rutilante corsa verso l'odio e la morte (omissione voluta o falciata dalla censura del post-11 Settembre? Mah). Peccato che poco dopo ci si ritrovi tra congressi e sontuose dimore d'oriente, nel confronto tra due fratelli che vorrebbe celebrare gli interessi economici internazionali nei rapporti con i paesi arabi: tra concetto di idealismo e integralismo puro, con una confusione atta a processare la teocrazia in toto e ad assolvere la "democrazia interna" anche come utopia occidentale (la vera risposta e negazione è la guerra civile imminente tra sunniti e sciiti in corso in Iraq, oggi). E' facile che il principe liberale si presenti bello e perfettamente rasato mentre il meno rassicurante fratello esibisca un ghigno infido degno di un Basil Rathbone (chi è B. Rathbone? I fans di Sherlock Holmes lo sapranno di sicuro).
Si dirà allora: "se il potere lo creano gli interessi economici mondiiali, la vera vittima è un terrorista?" O meglio, dispensando moniti su una spartizione iniqua di greggio incrementi e assolvi il terrorismo (emblematico il principe Jazir quando dichiara "io ho accettato l'offerta cinese, quella piu' alta, e adesso sono un terrorista, un ateo comunista").
Il progetto-Syriana amplifica e reprime, allude e forse acconsente, a seconda delle sue modalità.
Tanto piu' che la frase piu' coraggiosa e incisiva mi sembra quella di un arabo che afferma "ci hanno dato le patatine fritte alla scuola islamica", che da sola vale l'intero film e sarebbe sufficiente a risparmiare metri di pellicola.
Se come film "politico-sociale" non convince completamente, allora il raggio d'azione dev'essere spostato in qualche modo. Ecco allora che il senso di amarezza davanti a una mutazione irrealizzabile si celebra davanti alla paternità sconfitta dei vari personaggi.
Al consulente finanziario Damon che torna a casa con l'aria di chi - sopravvissuto per caso - deve mentire sulla piu' orribile delle verità, il regista offre solo il sostegno tardivo e "rassicurante" dei valori familiari. E lo stesso dicasi dell'informatore della Cia.
Il puzzle di Syriana, film interessante ma demagogico, rischia di ricordarmi che anche la verità anche la piu' scomoda non è piu' capace di esprimersi.
C'è troppa consapevolezza che serva una spada per ritrovare gli eroi.
Ma è anche vero, e questo è un indubbio merito del film, che di vincitori non ce n'è nemmeno l'ombra. Forse qualcosa vorrà pur dire
Pasionaria  05/03/2006 10:25:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Visto che hai letto la mia recensione, sai che condivido alcuni punti della tua arguta analisi. Innanzitutto condivido l'ammirazione per Clooney, una star hollywoodiana che ha saputo esprimere con passione e con sincerità il suo impegno politico, mettendo in gioco popolarità e consenso. Anche a me ,poi, è rimasta impressa la frase sulle patatine da te menzionata e soprettutto mi ha colpito il lucido dicorso dell'imam che il regista ha opportunamente lasciato in lingua araba: quel "coran" ridondante, vale mille analisi sociologiche. Sono d'accordo sulla eccessiva verbosità e sul fallito tentativo di districare il complesso puzzle dello script a vantaggio della fruizione del pubblico . Non condivido, tuttavia, la tua attenzione a certe sequenze, a tuo parere patinate, che trovo dettagli ininfluenti rispetto al leit motiv del film. In particolare non sono d'accordo sul "demagogico", come puoi ritenere demagogico un film che non esprime una facile propaganda, al contrario obbliga ad approfondire e a pensare? Non mi pare lusinghi strumentalmente lo spettatore. I discorsi di Bush sono demagogici, lo stesso ragionamento dell'imam del film è demagogico, ma non le multiple storie intricate di Syriana. Sulla struttura narrativa mi sono già espressa, voglio aggiungere che il film è molto interessante proprio perchè non vuole l'immedesimazione passiva del pubblico, una condivisione meccanica su temi già masticati e digeriti. Il merito dl Syriana sta soprattutto nello stimolare lo spettatore ad una visione più attiva, come dire: " lasciamo perdere le emozioni, per una volta, ed usiamo il cervello".
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  05/03/2006 13:10:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì forse hai ragione tu... ma che il film sia indubbiamente patinato è un dato di fatto. Con meno concessioni alla ricerca di belle immagini sarebbe stato molto piu' interessante. Io non trovo tanto demagogico il film in sè quanto il bisogno di integrare in vari schemi una risposta che - fai attenzione - finisce per essere una verità a cui siamo tristemente abituati. Quando io dico che a volte la verità non ci basta piu' perchè il mondo è tragicamente prevedibile, ribadisco la frustazione che ormai non serve piu' neanche un film a farci riscoprire il significato di idealismo. Demagogia è comunque l'intenzione di riconoscere le responsabilità delle varie fazioni senza sfidare ancor di piu' l'omertà. E del resto il tono romanzesco del film rischia di far passare in secondo piano i messaggi importanti, che ripeto ci sono e sono molti. E poi francamente (questo è un particolare da poco me ne rendo conto) un film che omette un'attentato simil-11 Settembre mi crea qualche dubbio. Sono contento comunque che abbiamo visto molte cose in comune, e del resto - ma sì - soddisfatto che esistano film come questo in grado - come dici tu - di stimolare un dibattito tra spettatori
Pasionaria  05/03/2006 16:58:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Kow, è giusto ciò che affermi, però la verità a cui siamo tristemente abituati è per pochi, te lo garantisco. Questa è la vera tristezza e l'unica demagogia: un mondo senza più idealismi, senza più desiderio di approfondire, senza più la voglia di ricercare oltre le apparenze, tutto ormai si esaurisce in slogan che pretendono di cogliere l'essenza dei problemi e ci si adegua per pigrizia, per convenienza, perchè contano di più le opinioni urlate e sostenute con aggressività e senza ascolto, piuttosto che il dibattito coerente e costruttivo. Ben vengano quindi film come questo, anche imperfetti.
Pasionaria  05/03/2006 17:01:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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Invia una mail all'autore del commento kowalsky  05/03/2006 19:57:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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Pasionaria  06/03/2006 11:20:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Va bene, fuori dal coro va molto meglio!
Da ciò che affemi, mi pare di capire che abbiamo interiorizzato un percorso di crescita simile, mi fa molto piacere: è bello dibattere con chi poggia su idee e valori opposti ai tuoi, ma è pur rassicurante trovare chi condivide i tuoi stessi principi e gli stessi dubbi.
Ricambio il bacio.