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LORD OF WAR regia di Andrew Niccol

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Spotify     7 / 10  27/04/2016 00:24:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Interessante film di Andrew Niccol con un ottimo Nicolas Cage. La pellicola in questione propone un tema che di solito nel cinema non è stato mai trattato molto, e cioè, il traffico illegale di armi. Il regista attraverso questo lavoro, esprime una critica, la quale, durante lo svolgersi del lungometraggio si fa sempre più estesa. Il primo bersaglio di Niccol è il governo americano, il quale, come ci mostra il cineasta neozelandese, è sempre coinvolto in attività illecite come appunto scambio di armi, droga e quant'altro. Da tutto questo arsenale illegale che gira, si capisce poi come in America, si verifichino sempre episodi come sparatorie, omicidi e quant'altro, spesso proprio per colpa di uno uso improprio di pistole, fucili ecc... Altra analisi condotta dal director, è la vendita di armamenti in Africa o comunque in quei paesi caratterizzati da forte instabilità politica e sociale. Viene messo in luce il fatto di come il trafficante si rifiuti di rendersi conto, che sta vendendo mitra, granate e revolver a spietati signori della guerra, i quali poi si serviranno di questi "acquisti" per uccidere gente innocente permettendo così l'instaurazione nel loro stato di regimi totalitari. Ciò inoltre, permette anche di dare uno sguardo alla situazione in certi paesi del continente nero, e comprendere in quali situazioni drammatiche versano. L'ultima tematica importante che viene trattata con rilevanza, è il rimorso e lo scrupolo che il trafficante d'armi comincia a provare, capendo finalmente che, anche se indirettamente, egli ha ucciso migliaia di persone. Allo stesso tempo però, Niccol ci dimostra che alla fine, è quasi impossibile smettere di continuare a perpetrare questo "lavoro", specialmente se si fa da tanto tempo, e che alla fine l'unico vero obiettivo che importa a quelli come "Yuri Orlov", sono i soldi. Cage, che interpreta proprio "Orlov", fa secondo me una delle sue interpretazioni migliori. Nel film, l'attore gioca molto con la versatilità, riuscendo ad essere molto ironico in certe situazioni, serio e drammatico in altre e infine un mix di tutti e due gli stati in ancora altre circostanze. Poi la recitazione è molto realistica, è come se Cage, ci volesse portare oltre lo schermo per farci vedere con i nostri occhi, sia tutte le operazioni illegittime che avvengono tra USA e altre parti del mondo, sia per mostrarci in che condizioni vivono certe persone dell'Africa. Le espressioni sono sempre molto accattivanti e l'interpretazione dei dialoghi è impeccabile. La regia di Niccol è molto scrupolosa e oltre a rappresentare bene le tematiche sopraccitate, è molto attenta nella descrizione del protagonista. Il regista vuole dimostrarci quanto sia difficile condurre la vita contrabbandando armi, infatti il trafficante vive su un enorme castello di bugie che man mano è andato costruendo, mente continuamente ai familiari e alle persone che gli vogliono bene e più ottiene ricompense da quello che fa, più non riesce a "disintossicarsi dalla sua dipendenza". La faccenda poi si fa ancora più complicata quando cominciano a subentrare scrupoli e rimorsi, i quali si mischiano alla voglia di continuare a trafficare armi, portando quindi il contrabbandiere in un profondo stato di confusione e soprattutto davanti ad una scelta, cioè, o continuare a condurre tale attività o condurre un'esistenza normale. Cage è fatto calare eccellentemente nei panni di Yuri Orlov, col director che azzecca tutto in quanto a caratterizzazione e direzione. L'atmosfera evocata da Niccol è particolare, perchè sta nel limbo tra sarcasmo e drammaticità, dando un impronta particolare alla pellicola, non collocandola in un genere ben definito. Il ritmo è molto fluido, non ci sono mai cali di interesse o momenti noiosi, si procede spediti grazie anche alla continua suspense che si crea man mano col passare dei minuti. Narrazione solida e diretta, il regista va sempre diritto al punto senza girare attorno alle questioni. Il finale è di un'intelligenza rara, oltretutto è innovativo e anche molto pessimista. Il director pone lo spettatore davanti alla realtà nuda e cruda della situazione che si vive in America a proposito del contrabbando d'armi. La fotografia è buona, si sposa bene con i paesaggi africani grazie alle tinte marroncine. La scenografia è altrettanto ben fatta, c'è molta cura nella caratterizzazione delle città distrutte dalla guerra civile. Il regista ci fa osservare meticolosamente questi posti attraverso singolari inquadrature e movimenti con la macchina da presa, allo scopo di farci capire a cosa porta il traffico d'armi in paesi come appunto la Liberia o la Sierra Leone. Se Niccol ha fatto bene dietro la cinepresa, non si può, purtroppo, dire lo stesso per quanto riguarda la sceneggiatura. Un sacco di cose sono molto approssimate, ad esempio il protagonista entra nel giro del contrabbando d'armi quasi per caso e con troppa facilità. Non c'è un percorso graduale che porta Orlov in questo ambiente, ma avviene tutto di scatto, improvvisamente. Altra cosa gestita male, è stata la stesura dei personaggi secondari, i quali, pur essendo interessanti, trovano poco spazio all'interno di tutta la trama. Su soggetti come la moglie di Yuri oppure Jack Valentine, si doveva puntare molto di più, infatti sono molto intriganti e affascinanti, ma alla fine si ha la sensazione che diventino solamente ingombranti. Poi se la parte di Jack Valentine è interpretata da un attore del calibro di Ethan Hawke, si perpetra uno dei più grandi sprechi attoriali degli ultimi 20 anni. Per il resto lo screenplay non è neanche male, ci sono dei dialoghi trascinanti, intensi e mai banali, la stesura del protagonista è studiata nei minimi dettagli e naturalmente l'originalità della storia in se.

Conclusione: un film molto godibile su un tema di cui se ne discute troppo poco. Cage da solo vale il 60% della pellicola, davvero nulla da dire. Consigliato.

Voto: 7+