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UNA PREGHIERA PRIMA DELL'ALBA regia di Jean-Stéphane Sauvaire

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Thorondir     6½ / 10  19/05/2023 23:33:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prison movie sui generis: nelle prigioni thailandesi Billy ci finisce per la sua tossicodipendenza. Lì scopre un mondo di purissimo darwinismo sociale, dove il "cameratismo" può nascere solo dalla violenza e da micro-gesti di rispetto e riverenza. Ma la prigione del film è anche quella della mente del protagonista, incapace di sfuggire alla sua natura e quindi incapace poi, di conseguenza, all'adattamento alle spietate logiche del microcosmo in cui si ritrova.

È un'opera difficile da maneggiare questa di Sauvaire: tenta una sorta di analisi in filigrana quasi antropologica del crimine e del microcosmo carcerario thailandese ma poi abbraccia tutti i classici clichè del genere (boxe, integrazione-ribellione del protagonista, storia d'amore impossibile, passato presumibilmente difficile). Delinea un anti-eroe violento e spietato ma poi quasi ne "eroizza" le gesta e il corpo, pur mutato fuori (il tatuaggio) e dentro (la lesione intestinale). È insomma un film ambiguo, incapace di decidersi sul cosa essere, interessante come "studio" filmico di microfisionomia e corpi, muscoli e sudore ma non troppo incisivo sul piano drammatico-catartico.