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THE DEVIL'S DOORWAY regia di Aislinn Clarke

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Jolly Roger     5½ / 10  08/04/2019 10:22:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I film sugli esorcismi hanno sempre un fascino particolare, tanto più quando sono pervasi da quella certa atmosfera arida e pregna di latente disperazione, di mancanza di fede e di speranza, perché è proprio in questo ambiente che ancor di più si avverte la presenza maligna del demonio.
Questo è proprio il caso di The Devil's Doorway.
Due preti sono chiamati ad indagare su un presunto miracolo (una statua delle ******* che lacrima sangue) in un convento "Magdalene", ma scopriranno che, sotto al miracolo, non c'è nulla di buono, anzi...
In questi conventi "Magdalene", in Irlanda, venivano ospitate – per non dire segregate - le donne escluse dalla società: le adultere, le prostitute, le ragazze madri, le diseredate di ogni genere e le malate di mente. Esse venivano poi sfruttate per lavoro e maltrattate nella maniera più becera. In quel convento, poi, si scoprirà che l'orrore oltrepassava ogni limite, non fermandosi nemmeno di fronte alle creature più innocenti.
E' in tale sordido e perverso ambiente che si insinua il Maligno. I due preti scopriranno infatti, loro malgrado, che le statue piangenti, lungi dall'essere propizievoli e benigne, celano invece orribili segreti.

La location è ottima, inquietante e malsana, come ottima è anche la resa del mockumentary "invecchiato". Di alto livello anche le interpretazioni. In particolare, l'attore che interpreta padre Thomas è bravissimo nel rendere emozionante la sua malinconia ed il suo disincanto, come altrettanto bravo è il prete più giovane nel rappresentare la sua voglia così ingenuamente entusiasta di catturare un miracolo con la macchina da presa, per poter avere una prova tangibile della vicinanza di Dio.
Il vero mito, comunque, è la Madre Superiora. La sua faccia, i suoi occhi, il suo ghigno beffardo…raramente ho visto una tale capacità di trasmettere malvagità con uno sguardo.

Nonostante tutti i pregi di questo film, mi tocca non riconoscere la sufficienza. Il film pecca di inesperienza, perché finisce per mischiare troppe cose.

_____________________________Spoileroso da qui in poi _______________________________

All'inizio c'è un ottimo connubio tra gli orrori celati dal convento (il sopruso delle lavoratrici, la prigionia delle donne malate di mente, l'omicidio dei bambini nati in convento, etc.) e le manifestazioni soprannaturali: ad esempio, le lacrime di sangue, quasi ad indicare la sofferenza di Maria Vergine per gli orrori che accadono nel convento, o gli spiriti dei bambini, che vagano nei corridoi e cantano, quasi a volersi riappropriare della felicità che fu loro negata, per poi scendere nei sotterranei, dove i loro scheletri giacciono, per ricongiungersi ad essi. Un luogo spaventoso che, a causa degli orrori di cui è stato testimone, è rimasto, da un lato, infestato dalle giovani vittime e, dall'altro lato, posseduto dalle forze demoniache: come se gli orrori così terribili commessi in quel luogo avessero, in un certo qual modo, spalancato le porte dell'Inferno, congiungendo il male terreno con il male demoniaco. Infatti, i sotterranei sembrano proprio il punto di congiunzione tra due mondi, quello terreno e quello infernale: l'ultima stazione del mondo reale è il bunker – infermeria, in cui sono imprigionate le malate di mente - o forse le possedute? O forse entrambe le cose? Queste persone sono ai confini del nostro mondo perchè grazie alla loro pazzia "vedono" qualcosa che noi non vediamo, hanno lo sguardo proiettato verso l'altro mondo, quello sottostante, ovvero i sotterranei, che in questa visione metaforica rappresentano il primo girone degli Inferi. Un labirinto tenebroso nel quale ci si perde, senza speranza di poter tornare indietro.

Tutto bellissimo e riuscitissimo, finché il film ad un tratto cambia strada, senza sfruttare pienamente le potenzialità del percorso fino a quel momento seguito né degli altri percorsi che intraprende, andandosi a perdere in un dedalo di strade diverse, confuse e non sempre coerenti.
Si svolta infatti verso la possessione demoniaca: argomento che, a ben vedere, poco c'entra con i fatti violenti del convento e con le apparizioni dei bambini fantasma. La manifestazione del maligno è poi resa in maniera poco efficace, breve e scopiazzata dall'Esorcista. A tratti si lascia intendere che il nascituro sia una specie di Anticristo (la mamma è vergine). C'è poi la strada delle sette sataniche, buttata lì ma poco coerente con il resto. Alla fine, si lascia intendere che le suore uccidano i bambini in una specie di rituale satanico, ma anche lì non si capisce se è la realtà, oppure se siano le allucinazioni del prete anziano, la cui mente è ormai distrutta dall'orrore.

Forse, come detto, l'unica spiegazione che davvero può ricomprenderle tutte è che l'orrore commesso nel convento abbia davvero aperto l'ingresso al diavolo, con tutto ciò che comporta: spiriti vaganti, persone possedute, allucinazioni, sette di adepti, nascituri indemoniati…
Il che potrebbe attribuire a questo film un senso più profondo di quello che all'apparenza ha.

Il prete anziano finisce per morire nello stesso luogo in cui è nato, che è una specie di inferno, in cui Dio è assente. E' come se la fede di quest'uomo, che ha lottato per tutta la vita "per essere un uomo buono", fosse stata alla fine corrosa dal suo destino nefasto, che lo ha fatto nascere nell'abbandono, per poi vivere nella costante manifestazione della falsità e malvagità della gente. Anche laddove avrebbe dovuto esserci quel Dio che lui tanto cercava, nei Miracoli, egli non ha trovato altro che frodi, trucchi da parte di gentaglia furba e malvagia per abbindolare la gente credulona.
Egli è nato all'inferno. Ha cercato Dio per tutta la vita. Ma è tornato all'inferno, e vi ci morirà.
Tuttavia, nemmeno di fronte alla morte egli si arrende, e continua a cercare il bambino. Riacquista quella fede che non ha mai perso ino in fondo, prega Dio di poter riuscire fare quell'ultima azione prima di morire: salvare almeno un innocente. Che poi forse innocente manco lo è: perché non si capisce se il bambino è una specie di anticristo oppure se è una creatura innocente…e il film commette un altro errore nel non essere sufficientemente chiaro su questo.
Ma forse non importa: non è l'innocenza reale o presunta del bambino ad avere importanza, e nemmeno la morte del prete. E' il suo sacrificio ad avere importanza ai fini della storia. Egli, da uomo che era ai limiti dal perdere la fede (in ciò, ricorda perfettamente la figura di Damien Karras) si trasforma in un uomo buono che crede, che lotta, all'inferno, per salvare un innocente, anche a costo della propria morte.