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LA RAGAZZA NELLA SCATOLA regia di Stephen Kemp

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Alpagueur     6 / 10  17/01/2021 17:42:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Basato su una storia vera, "Girl in the Box" è un oscuro dramma psicologico. Nel maggio 1977, la 22enne Colleen Stan fu rapita da una giovane coppia sposata, Cameron e Janice Hooker, mentre faceva l'autostop da Eugene, nell'Oregon (dove aveva vissuto una relazione difficile con la madre e il patrigno) a Westwood, in California. Era arrivata fino a Red Bluff, dove dopo aver rifiutato un paio di passaggi da altrettanti aspiranti pickup (uno da un gruppo di ragazzi che erano troppo entusiasti di vedere una giovane donna da sola, e uno da una coppia che non andava abbastanza lontano perché lei volesse disturbarli), prima di salire in macchina con Cameron Hooker (Zane Holtz) e sua moglie Janice (Zelda Williams). Per i sette anni successivi costoro l'hanno tenuta prigioniera fino a 23 ore al giorno in una scatola delle dimensioni di una bara nascosta sotto il loro letto. Quando non è stata incarcerata, Colleen è diventata parte di una strana nuova vita come schiava residente, assistente familiare e vittima delle bizzarre ed estreme fantasie sadomaso di Cameron. Il 'basato su una storia vera' è difficile da criticare perché non si vuole sembrare insensibili alla persona reale a cui è successa questa cosa orribile! Soprattutto quando quel film è basato sul racconto di prima mano delle vittime (lei comunque sopravvive!) Dopo aver visto questo film non sono riuscito a determinare chi avrebbe trovato questo divertente o piacevole da guardare. Riassunto finale: Janice ha testimoniato contro Cameron in cambio dell'immunità. Lui fu condannato per stupro e rapimento a 104 anni di prigione nel 1985. Colleen Stan ha detto che non avrebbe potuto superare quei sette anni senza la sua fede...Questo è quanto. A giudicare dal documentario (e dal libro di Christine McGuire e Carla Norton, "Perfect Victim: The True Story of the Girl in the Box"), Stephen Kemp ha raccontato la storia in modo relativamente pratico, anche se con alcuni strani cambiamenti;, come per esempio Janice che dà alla luce una figlia (una delle sue giustificazioni per andare d'accordo con il rapimento di Colleen da parte di Cameron era la sua promessa che se lo avesse fatto, avrebbe fatto sesso normale con lei e quindi le avrebbe dato il bambino che desiderava da tempo), ma nella vita reale quello era il secondo figlio e il loro primo era già nato e aveva otto mesi, oppure le richieste di Colleen di poter tornare a casa e vedere la sua famiglia, cosa che nel film accade poco prima che venga rilasciata ma in realtà è accaduta circa quattro anni dopo la sua prigionia etc. "Girl in the Box" è una di quelle storie così incredibilmente avvincenti che anche i difetti nel racconto non riescono a toglierle il suo interesse. La più grande area in cui do punti a Stephen Kemp è che è stato in grado di rendere le caratteristiche di tutti e tre i personaggi veramente interessanti piuttosto che eroine di cartone o cattivi; Janice si presenta in parte colpevole, in parte vittima; Cameron mostra un vero fascino personale anche se lo odiamo per le sue azioni (si potrebbe capire perché una donna si innamorerebbe di lui e acconsentirebbe volentieri ad almeno alcune delle sue richieste, e il fatto che sia una brava persona in superficie e un cattivo solo al di sotto lo rendono più spaventoso che se fosse stato interpretato come un tipico psicopatico da film folli); e Colleen si presenta come una vittima comprensiva ma anche quasi completamente ingenua. Uno dei poliziotti che hanno lavorato al caso ha definito Cameron un "puro psicopatico", che per una volta è tecnicamente accurato (la definizione generale di uno psicopatico è qualcuno che considera le altre persone semplicemente come oggetti che lui o lei può usare come preferisce, senza alcun conto dei loro bisogni o sentimenti, al punto che possono uccidere le persone e non provare un brandello di colpa o rimorso); erano solo d'intralcio e lui/lei si è sbarazzato di loro. Anche i direttori del casting del film, Stephanie Gorin e Laura Durant, meritano i complimenti per aver trovato tre persone per interpretare i protagonisti che sembrano sorprendentemente simili a quelli reali. "Girl in the Box" è un film abbastanza buono, occasionalmente opprimente nelle sequenze fantasy che Kemp ha inserito per enfatizzare la spiritualità di Colleen e il suo ruolo nel farle superare il calvario (sembra che non abbia mai affrontato quello che i teologi chiamano il discorso della "teodicea") ma per lo più ben diretto, ben scritto e ben interpretato.