Ciumi 6½ / 10 18/08/2009 20:28:23 » Rispondi Tutta l’epica dell’odio brutale e della violenza sadica di Aldrich, e tutte le tensioni sociopolitiche che attraversarono il periodo della grande depressione, trovano sfogo in questo duello individuale, tra un clandestino vagabondo e un feroce guardiano di treni. L’ambientazione è azzeccata. Il ritmo va con la turbolenza della locomotiva. Alla lunga però, la lotta finisce per apparire ciò che è: un’ossessiva stupidata. Sin troppo distinguibili i ruoli e i richiami politici. Ma per Aldrich non vince questo o quell’altro ideale: vince colui che ha più forza per difendere il proprio.