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SUSPIRIA (2018) regia di Luca Guadagnino

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The Gaunt     6½ / 10  11/09/2018 17:27:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A Venezia c'erano i fucili spianati verso il film di Guadagnino. Va dato atto dell'estremo coraggio al regista presentare in concorso al festival un film del genere, perchè Suspiria per tutti i cinefili e non è come la mucca per gli indù. Sacra ed intoccabile. Non mi sento di definirlo remake, tantomeno un reboot. Più appropriato definirlo un espansione del film argentiano. In senso letterale per la sua durata innanizitutto, ma contestualizzato in maniera precisa all'epoca in cui si svolgono i fatti. Dal film di Argento toglie il carattere fiabesco, di una scuola a sè stante immersa nel bosco, mentre nel Suspiria di Guadagnino c'è la Berlino degli settanta, città divisa in due con quel muro opprimente che attraversa un'intera città ed in questo il Possession di Zulawski è un riferimento ulteriore oltre all'originale. Sono precisi i riferimenti storici con il terrorismo della Bader-Meinhof, i dirottamenti aerei e rapimenti del presidente della Confindustria tedesca. I colori intensissimi di Argento, nel film di Guadagnino sono molto più spenti e coerenti con il grigiore della città.
Del film di Argento prende soltanto qualche elemnto di base, ma la storia ha talmente tante varianti da essere vittima di un eccesso di riferimenti. Tanto basico era Argento, tanto sovraccarico è Guadagnino ed in qualche momento il film perde le briglie di così tanti elementi e tematiche messe sul tavolo. E' anche la descrizione di un mondo totalmente al femminile, dove le streghe presentano più sfaccettature, laddove nel film di Argento erano il Male puro, Guadagnino espande i caratteri del corpo insegnante, attraverso una lotta per la successione tra madame Blanc ed Elena Marcos (quest'ultima una delle debolezze più evidenti del film). Una lotta intestina dove la figura di Susie Bannon rappresenta l'ago della bilancia grazie al possesso di un talento per la danza fuori dal comune. Non mancano scene forti in questo film (la prima danza, il sabba), ma l'elemento horror è alquanto latitante e spento, probabilmento per volontà dello stesso regista per marcare la diversità del suo lavoro al film di Argento, che comunque ha ribadito in conferenza stampa di ammirare in maniera assoluta, tanto da riuscire a regalare un momento di sincera commozione quando sullo schermo appare il fisico minuto di Jessica Harper.
Sarà una mia fissazione personale ma la Johnson non mi ha convinto per niente. Troppo incolore come attrice per un ruolo del genere. In conclusione un film tuttaltro che perfetto, ma decisamente ambizioso che in qualche modo ha superato tutto lo scetticismo della vigilia al Lido prima della proiezione in maniera lusinghiera tanto nella critica quanto nel pubblico.