caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA FAVORITA regia di Yorgos Lanthimos

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Thorondir     7½ / 10  06/09/2019 14:14:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quello di Lanthimos non è e non sarà mai un cinema semplice, "per tutti". In "La favorita", la carriera del regista greco viene ribadita anche se lo si può definire come il suo film più "commerciale" e "lineare" tra i suoi ultimi 3 lavori (questo compreso). Se l'elemento grottesco già presente pesantemente in "The lobster" e ne "Il sacrificio del cervo sacro" quì resta inalterato, ciò che varia (ma non troppo) è il racconto (sceneggiatori diversi rispetto al solito) maggiormente aderente ad un normale sviluppo "commerciale" (di nuovo, virgolette d'obbligo). Questo permette a Lanthimos una maggiore concentrazione sui personaggi, quì in particolare sulle tre protagoniste (tutte splendide, dall'insicurezza fobica della Colman ai sadismi e all'egoismo di Weisz e Stone). In questo gioco al massacro dove ciò che conta sembra essere la lotta tutta individuale per un posto al fianco del potere, le inquadrature di Lanthimos non sono solamente il mezzo tramite cui raccontarci e mettere in scena una storia, ma anche il come si inquadra (indaga) il potere: lo sguardo di accusa è palese, così come il contrasto tra la magniloquenza ridondante della location (semplicemente meravigliosa) e le pacchianerie della nobiltà, tra bicchieri rotti a terra, corsa delle oche e tiro all'arancia. Il grandangolo e la splendida messa in scena ci rende ancor più stridente questo contrasto visivo, che è anche quello storico e politico tra il secolo dei lumi, è un potere flebile, disinteressato, legato al peggio dell'egoismo (quì femminile) fatto di avvelenamenti, giochi sessuali e puro arrivismo individualista.