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THE EQUALIZER 2 - SENZA PERDONO regia di Antoine Fuqua

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Jolly Roger     6 / 10  18/03/2019 10:22:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Attendevo questo seguito con trepidazione, perché ho adorato il primo capitolo. Primo capitolo che, dopo aver visto al cinema, commentai in modo positivo, ma senza sapere che, ad una seconda visione, ne sarebbe poi seguita anche una terza, poi una quarta, e via dicendo…
The Equalizer è diventato uno dei miei film preferiti. Uno di quei film che, per qualche strano motivo, diventa tuo, come i Trinità, o i Rocky, o tutti quei film che puoi rivedere anche cinquanta volte senza che ti stanchino mai. Film che sono come una canzone che adori ascoltare: la rimetti su e su di nuovo anche se la conosci a memoria.

Mi aveva colpito questo personaggio, Mister McCall – un uomo d'altri tempi, così eccezionale nella sua normalità: serio, tranquillo, educato e con un grande senso di giustizia. Sempre pronto a fare la cosa giusta. Non un giustiziere, ma una persona semplice, che aiuta gli altri senza gesti plateali ma con umanità e, dove necessario, dura risolutezza. Un eroe nella vita di tutti i giorni pronto a mettere in gioco le proprie capacità non comuni quando è in gioco la vita di un'altra persona.

Il secondo film partiva con la missione difficile di dover mostrarsi all'altezza del predecessore.
La missione è clamorosamente fallita.
In The Equalizer 2 hanno sbagliato parecchio – e mi ha sorpreso che abbiano sbagliato persino in cose molto semplici.


________________________________da qui in poi, spoileroso____________________________

Innanzitutto, la trama. Era verosimile che i vecchi amici di questa segreta "Agenzia" rientrassero in gioco – ma il ritorno di Susan è soltanto pretestuoso, fine a sé stesso. La sua funzione nella trama è unicamente quella di essere uccisa per scatenare la vendetta di McCall.
Peccato che si capisca davvero poco del meccanismo che ha portato alla sua uccisione. Ad esempio, chi sono i mandanti dell'uccisione del politico? Su chi stava indagando Susan?
I veri cattivi sono gli ex "buoni", la squadra degli ex-colleghi di McCall. Ma non si capisce per chi lavorino. Pare siano mercenari, ma tutto ciò viene spiegato in maniera soltanto superficiale – e, appunto, pretestuosa.
Inoltre: se la "vecchia" squadra di sicari e agenti segreti è sciolta – e, appunto, i vecchi amici di McCall sono mercenari – perché lavorano ancora per lo Stato? Come fanno ad avere i piedi ancora dentro la vecchia Agenzia, se essa è sciolta?
Comunque, lasciando stare la trama, il vero punto debole è il villain: il cattivo, cioè il caposquadra, ha pochissimo spessore e la sua caratteristica principale è la viscidità.
Siamo ben lontani da Nicolai Itchenko detto "Teddy Rensen", il cattivo del primo film: un militare russo esperto, sociopatico ma distino nei modi, persino educato ed elegante ma capace di estrema aggressività e violenza. Insomma, un uomo tutto d'un pezzo.
Il "cattivo" di questo film, al confronto, è un foglio di carta. Bidimensionale e leggero. Per non parlare degli altri componenti della squadra, soltanto accennati, anzi nemmeno accennati…tanto che nessuno di loro apre bocca.
Il film si muove per inerzia, alternando alla vicenda principale i vari salvataggi e opere di misericordia dell'integerrimo McCall nei confronti dell'umanità.
Un McCall che, specularmente al villain, risulta anch'egli "rimpicciolito", a livello di personaggio, perché ha perso tutta la sua personalità. Il suo rimpicciolimento è di segno opposto, ma purtroppo di pari intensità, rispetto a quello del cattivo. Siamo molto lontani da quel dialogo mostruoso (a livello cinematografico) tra McCall e Teddy, la sera al ristorante, che al confronto di questo McCall e del nuovo cattivo sembravano giganti: da una parte c'era il nichilismo in persona, capace di uccidere senza alcun pentimento nè dubbio per rimuovere gli ostacoli, dall'altra c'era la giustizia in persona, capace di essere saggia e buona, ma, laddove necessario, anche più spietata e crudele del nichilismo.

Purtroppo, del vecchio McCall, in questo seguito, è rimasto solo il giustiziere benefattore, punto e basta. Non è inquieto, come era nel primo; non è scattante, spietato e a volte anche cattivo, come nel primo. Non è malinconico e desideroso di riscatto, come nel primo.
No, qui è soltanto un giustiziere benefattore. Ha perso il mordente. Non cerca la sfida. Ha pure modificato il modo di camminare…si trascina, arranca. Appare molto più anziano. Oltretutto è vestito in abiti datati forse prima rivoluzione industriale (a proposito, i costumi sono pessimi!) il che accresce la sensazione di pesantezza trasmessa dal personaggio.

Comunque, per me il film merita la sufficienza, ma è un 6 politico…per il fatto che l'azione non manca (anche se moto ridotta rispetto al primo). Denzel W. poi è sempre in forma e salva la baracca.

Grossa delusione comunque!