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ANGOSCIA regia di George Cukor

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Marco Iafrate     8 / 10  20/04/2008 22:19:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono d'accordo con la pochezza delle scelte della distribuzione Italiana nel tradurre i titoli dei film dall'inglese, la maggior parte delle volte in maniera a dir poco imbarazzante, penso che con l'elenco dei film "rovinati" dalla traduzione inglese-italiano si potrebbe scrivere un libro, ma devo ammettere che in questo caso il titolo "Angoscia" non mi ha infastidito più di tanto, se analizziamo il termine introdotto dal buon Kierkegaard dagli oscuri meandri della filosofia esistenzialistica scopriamo che essere angosciati significa trovarsi in uno stato di inquietudine metafisica che si avverte attraverso tormentosi stati di oppressione, sensazione di penosa ansietà, sofferenza fisica e morale, paura ed incubi, non credo che Paula si sia trovata molto distante da uno stato d'animo come questo.
Violenza psicologica allo stato puro magistralmente orchestrata da Gregory (Charles Boyer) e drammaticamente subita da Paula (Ingrid Bergman) in un thriller visionario diretto in modo impeccabile da George Cukor, nessuno come lui ha saputo sfruttare meglio le capacità delle protagoniste femminili dei set cinematografici, una parte del meritatissimo oscar vinto da Ingrid Bergman come migliore attrice và anche a lui.
La Bergman supera egregiamente la prova di una interpretazione tanto difficile quanto impegnativa, riuscire a trasmettere lo sgomento, il terrore, il disorientamento, la pazzia, l'angoscia, non era facile ma basta guardare il film per rendersi conto di trovarsi di fronte ad una grande attrice.
Innamoratasi del giovane Gregory in breve tempo convola a nozze venendo, giorno dopo giorno, completamente e morbosamente soggiocata dalla personalità dell'uomo che, in un crescendo angosciante, esercita su di lei una pressione psicologica tale da condurla alle soglie della follia. Anche a rischio di ripetermi segnalo questo film soprattutto a chi non ha mai visto "recitare" ( termine più che appropriato) questa straordinaria attrice; penetrare nel suo sguardo ogni volta che una situazione diversa le fa cambiare espressione equivale a condividere con lei i diversi stati d'animo che si provano quando la psiche umana si trova a combattere tra la razionalità e la pazzia. Bellissimo il finale, sceneggiatura e fotografia impeccabili.