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PET SEMATARY regia di Kevin Kölsch, Dennis Widmyer

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Angel Heart     6½ / 10  20/03/2020 15:55:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Assurdo, due anni di intrepidante attesa per "It: Capitolo 2", storia che quasi necessitava di essere riproposta per rendere giustizia alle parti omesse (ad essere generosamente generici) dall'opera di King, per ricevere la cantonata del secolo; "Pet Sematary" invece, l'esatto contrario visto che secondo me la trasposizione cinematografica dell'89 della Lambert era perfetta come tale e anche come film horror in generale (lo reputo da sempre tra i migliori degli anni 80) e quindi tra le ultime delle opere di cui si sentiva il bisogno di un reboot, mi ha lasciato piacevolmente sorpreso.
Innanzitutto va precisato che, almeno e sempre secondo me, questo non è un nuovo rifacimento del romanzo di King ma un remake in tutto e per tutto del film della Lambert, dimostrato anche dal fatto, per esempio, che i personaggi secondari del romanzo quali Norma Crandall e Steve Masterson vengono nuovamente omessi e che i titoli di coda si chiudono con una cover di "Pet Sematary" dei Ramones.

Al volo il concetto che ho di remake: un film che riprende la stessa identica storia senza snaturarne il concetto e lo spirito, mantenendo per la maggiore gli stessi dettagli ma introducendo novità quanto basta per poter camminare sulle proprie gambe senza scadere nel puro e semplice copia incolla.
Per intenderci, il remake del 90 (che amo) de "La Notte dei Morti Viventi" di Romero; la storia è la stessa le dinamiche sono le stesse ma cambia la natura di uno dei personaggi principali al punto da dare alla seconda parte di film un sapore diverso ed una risoluzione alternativa. Il film è praticamente lo stesso, ma con il cambio caratteriale di un personaggio lo svolgimento ad un certo punto prende un'altra strada pur mantenendo intatto lo spirito dell'opera.
Questa è l'idea che ho e che mi piace di remake, e questo è esattamente ciò che succede anche nel remake di "Pet Sematary", già perso nel mucchio dei remake inutili, degli horror usciti in quell'anno, mai e poi mai cult come il film della Lambert, ma che se proprio doveva esistere sono contento che sia venuto fuori così.

Ottima prima parte tra atmosfera, musiche (i due punti forti del film) ed introduzione dei personaggi (con un protagonista identico a Matthew Perry) praticamente intatta nella struttura e nella storia; seconda parte colpo di scena (fin la visto che era già svelato nel trailer) che cambia tutte le carte in tavola (presagio di disastro visto che la storia ruota attorno a quella specifica perdita) prendendo un'altra direzione per arrivare ad una risoluzione diversa e molto soddisfacente, e che non si allontana troppo dallo spirito della conclusione originale.
Il film intero come detto è costruito prevalentemente sull'atmosfera determinante sulla suspense, e questa rimane ben resa ed inalterata dall'inizio alla fine complici l'ambientazione perfetta e gli jumpscares (ma jumpscares fatti con criterio, ovvero mai gratuiti, utilizzati poco e solo laddove necessario).

Quello che purtroppo si avverte troppo poco, e non è poco, e che relega il film ad un "semplice" buon horror moderno e basta è la percezione della morte, e la drammaticità e l'emotività alla base della storia, l'incapacità lacerante di accettare la perdita di un proprio caro che in questo caso porterà alla rovina psicologica questa povera sfortunata bella famigliola maledetta; ecco, nel film della Lambert quest'atmosfera deprimente e funerea la si avverte fin dall'inizio anche prima che comincino gli avvenimenti che piano piano porteranno i membri della famiglia allo scatafascio, soprattutto dalla seconda metà in poi con quel lutto (conseguente ad una sequenza cinematografica tosta da vedere ancora oggi, quella scarpetta e quell'urlo di un uomo distrutto istantaneamente) che lo spettatore avverte con strazio tanto quanto i personaggi.
Qui tutto ciò, molto importante, manca quasi del tutto.
C'è l'orrore, ma manca il cuore.

In definitiva, un remake inutile ma comunque fatto bene.
Se capita non dispiace.