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GARAGE OLIMPO regia di Marco Bechis

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Invia una mail all'autore del commento cayonet     9 / 10  05/02/2006 12:29:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Argentina, fine anni '70, Maria è una ragazza diciottenne che vive con la madre, di origini francesi, in una grande villa, ormai decadente, all'interno di un disagiato quartiere di Buenos Aires situato ai margini di una bidonville.
La madre di Maria è costretta a subaffittare alcune stanze della casa ad alcuni ragazzi.
Fra questi c'è Felix, all'apparenza timido, impacciato ed innamorato della stessa Maria.
Maria, clandestinamente, fa da 'maestrina' ai poveri analfabeti che abitano la bidonville ed, allo stesso tempo, è attivista del movimento dissidente contro il nuovo regime militare.
Amaramente e drammaticamente, le vere identità di Maria e Felix verranno alla luce.
GARAGE OLIMPO apre una finestra su una pagina dell'Argentina allo stesso tempo terribile e poco conosciuta : i desaparecidos.
Attraverso gli occhi della speranza della giovane Maria, il regista, ci porta alla scoperta di una realtà schockante e sulla quale ancor oggi è stata fatta poca chiarezza.

Buenos Aires viene freddamente descritta dalle sequenze come quello che molto probabilmente era ( e forse, in parte, ancora è): una metropoli dove, nonostante il regime militare, la vita continuava tranquilla e normale per tutta la società (borghesi, medio borghesi da una parte - poveri delle bidonville dall'altra) tranne che per quella fascia di popolazione che, storicamente, dal dopoguerra in poi, è sempre stata il 'motore' delle più grandi contestazioni a favore dei diritti dell'uomo, della democrazia e della libertà: i giovani.
Proprio attraverso la storia di 2 giovani, un uomo ed una donna, uniti, forse, da un sentimento (comune?) e divisi da scelte ideologiche, veniamo portati alla scoperta di un mondo 'sotterraneo' (Garage Olimpo) cinico, infernale ed allo stesso tempo perfettamente organizzato e puntuale.
In un garage (Garage Olimpo è solo uno dei 340, accerttati, centri di detenzione creati a Buenos Aires durante la giunta militare 'VIDAL' '76-'82), appunto, è installata una postazione militare dove centinaia di 'desaparecido' vengono portati dopo la cattura (o meglio, rapimento), e lì 'selezionati' in base alla loro 'utilità informativa', scientificamente torturati ed, infine, fatti sparire.
Utilizzando due piani di racconto correlati, uno che apre e chiude il film, l'altro che narra la storia vera e propria, si rimane catpultati per un'ora e quaranta nella drammatica dimensione della paura e del dolore vissuti dalla protagonista nella speranza di una via d'uscita.
Sono Paura ed Amore i due elementi cardine sui quali ruota la narrazione.
La Paura sotto forma di solitudine, del NON CONOSCERE nulla, il destino, il dove si ci trova, il cosa ci aspetta. I prigionieri sono sempre bendati, vengono a convivere col terrore dell'inconscio, questa è la tortura fisico-psicologica che più angoscia lo spettatore di G.O.
L'Amore inteso come, d'apprima, rapporto madre-figlia e poi amore uomo-donna. L'oscuro intreccio che regola il rapporto vittima-carnefice.
Sono film come questo che dovrebbero godere di più rispetto ed attenzione da parte di tutti.
Vergogna per una Tv di stato che addirittura coo-produce progetti così belli per poi relegarli nel dimenticatoio o darceli 'in pasto' ad orari assurdi e senza un benchè minimo riguardo di presentazione e/o dibattito che, per l'argomento trattato dalla pellicola, ritengo sarebbero doverosi.