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GARAGE OLIMPO regia di Marco Bechis

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oh dae-soo     8 / 10  11/03/2012 12:03:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il rumore della pallina da ping pong risuona dentro il garage ossessivamente.
Quel rumore monotono simbolo di svago, di rilassamento.
E fuori dalla porta del garage la gente conduce la propria vita tranquillamente, passa trafelata con la sua 24 ore, si scambia un bacio fugace, pensa che bel paese è questa Argentina bagnata dal sole e con un ragazzino che col pallone li farà credere che Gesù Cristo esiste, ed è pure sceso in Terra anche se invece di essere alto e biondo è basso, tarchiatello e con un cestone disordinato di capelli neri.
Già, probabilmente Gesù Crìsto però, quello vero, si è fermato alla porta di quel garage e non perchè non ami il ping pong ma perchè, purtroppo, la vita ci dimostra che non sempre può essere dapertutto.
Certo non è mai entrato nel Garage Olimpo.
Vi è entrata Maria però, presa a forza da casa e condotta in questo Inferno di persone scomparse che tali, ahimè, resteranno per sempre.
Perchè l'Argentina del Maradona giovane è questa, uno stato terribile dove basta poco, alcune volte niente, per esser portato via per sempre, interrogato, torturato, umiliato, ucciso.
Ne avevamo parlato con Polanski, già. Garage Olimpo è la visualizzazione di quello che La Morte e La Fanciulla raccontava soltanto. Badate bene, anche in Garage Olimpo la componente sadica non prende mai il sopravvento, c'è un senso della misura in quello che viene mostrato ed anche gli aguzzini sono raccontati in maniera così banale e déshabillé che quello che in realtà sono veramente, dei sanguinari ed indifendibili mostri, sembra una cosa del tutto naturale. Ma la gente appesa ai ganci, legata nuda sopra degli sporchi tavoli, bendata, seviziata e umiliata son lì, e Bechis ce li mostra con un senso "etico" davvero raro, figlio forse del rispetto dovuto a un pezzo della storia sudamericana che il regista conosce benissimo essendone stato anch'esso una vittima.
Se c'è un difetto in Garage Olimpo, e questo è davvero strano vista la storia e la materia raccontata, una inaspettata freddezza nello spettatore, l'incapacità di entrare completamente in empatia col personaggio, comunque molto ben caratterizzato, di Maria.
Straordinaria nel prefinale la chiusura del cerchio con la prima scena del film, e quell'inquadratura sotto il letto del Generale è veramente geniale. Terribile la vicenda della madre di Maria, forse ancora più esplicativa rispetto a quello che accadeva nel Garage su cosa fossero capaci di fare quei farabutti, sull'inumanità di tutto quello che stava accadendo (e qui non eravamo sotto l' "ipnosi" del nazismo, il mondo era andato avanti lordo del suo sangue, certe vicende così "istituzionalmente" terribili sono ancora, se possibile, più ingiustificabili).
Si entra nel Garage Olimpo non sapendo niente di quello che sta accadendo.
Si mette una benda.
Si viene stuprati, torturati e umiliati.
Intanto si sente nella radio una gioiosa musica, la trascinante musica latina.
E quella pallina da ping pong che lentamente va da una parte all'altra.
ping
pong
ping
pong
poi si prende un vaccino o almeno così dicono.
Ci si addormenta.
E poi il Mare.
E intanto Il Ragazzo d'oro fa un goal scartando 7 avversari.
E nella stessa partita, perchè il calcio a volte, come la Vita, ha un'ironia incredibile, segna di mano anticipando il portiere.
E' la Mano di Dìo dirà il Pibe.
No, caro Diego, la Mano di Dìo non butta un pallone in rete.
E non butta uomini vivi in mare.