Manticora 8 / 10 01/10/2018 16:46:49 » Rispondi Spike Lee o lo si ama o lo si odia: le sue storie possono essere a tratti scontate, scurrili, scomode e anche verbose, ma di certo non mancano di suscitare interesse. Blackkklasman è un ritorno alle atmosfere di Summer of Sam, fa la cosa giusta, la 25 ora, eccetera. Il regista afroamericano questa volta affronta il razzismo, ma non come aveva fatto nei suoi precedenti film, perchè la storia di Ron Stallworth, pensata per il più giovane e nuova stella Jordan Peele qui viene messa al servizio di Spike Lee che non si tira certo indietro. A tratti l'uso della narrazione non-lineare serve a delimitare la narrazione ma senza fronzoli. Oltre a John David Washington è anche Adam Driver a fare perfettamente coppia, il doppio ebreo di Ron. E se per un comprimario di lusso invecchiato, ridanciano e saggio come Steve Bushemi abbiamo invece un gran maestro del Clan interpretato con rara efficacia da un Topher Grace che assomiglia in maniera inquietante al VERO gran maestro è indubbio che il cast, anche degli attori più sconosciuti è perfettamente bilanciato. Tra dialoghi scritti perfettamente, riunioni di poliziotti, riunioni del clan, spicca nel finale Harry Bellafonte, invecchiato ma efficace narratore di un linciaggio a cui aveva assistito, mentre dall'altra parte i razzisti del CLAN si eccitano guardando Nascita di una nazione, di Griffith, regista razzista nato e cresciuto all'ombra del kkk. L'inizio con le scene dell'attimo fuggente, sono incisive, certo a volte Spike si fà prendere un pò la mano, come nelle inquadrature efficaci ma un pò paradise della riunione in cui i militanti afroamericani per i diritti civili sembrano quasi dei volti magnetici, infervorati, alla lunga l'escamotage diventa ripetitivo, ma sono dettagli. Perchè è alla fine
dopo la dipartita dei tre membri del Clan, morti per l'accidentale esplosione della bomba che doveva uccidere la ragazza di colore, e l'arresto della moglie psicotica di uno di questi
che la storia si sposta ai giorni nostri, alle manifestazioni dei nazisti, del Clan, dei suprematisti bianchi, agli scontri a Charlottheswille che portarono alla morte di una donna, bianca per mano di un fanatico razzista, e alla giustificazione di The Donald di quella vicenda. Ricordando anche che PRIMA L'AMERICA è lo slogan del KKK ripreso dall'idiota americano presidente. Un film che fà discutere, e che certamente a meno di aperture mentali possibili ma premature non riceverà niente dall'Academy. Ottima colonna sonora, un film da vedere.