kowalsky 7 / 10 14/10/2018 00:56:36 » Rispondi Una regia che non esita a ripiegare su momenti teatrali - più Ibseniani che di Bergman - a raccontare una lunga storia coniugale piuttosto che neutra (v. Ghost writer e rivalità professionali prima che affettive). Il rapporto padre-figlio fa pensare allo scrittore inglese Martin Amos e al rapporto spesso conflittuale con il padre, scrittore conservatore e retorico. Un film che forse non riesce a essere lineare per tutto il suo percorso, e forse l'epilogo risulta pretestuoso ed esagerato. Invece i dialoghi sono magistrali, e le prove attoriali dei due "coniugi" letteralmente sublimi. Glenn Close con troppe rughe recita letteralmente con gli occhi, e si mangia decine di pseudo-stars attuali. Il film potrà anche essere o sembrare ingessato, ma i momenti di tenerezza o anche di astio compensano il suo proverbiale vigore. Diciamolo senza troppe riserve: è delizioso