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INTERFERENZE regia di Ryan Eslinger

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Mauro@Lanari     4½ / 10  12/02/2020 12:45:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Interferenze" (titolo italiano) dura poco più d'un'ora e 20 ed esonda tecnicismi per esperti di SMFN (Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali) o STEM ("Science, Technology, Engineering and Mathematics"), dalla costante di struttura fine (="cfs", anche se si preferisce usare l'acronimo inglese FSC, "fine-structure constant") alla scala di Kardašëv e allo spazio vettoriale delle matrici. Argomenti che vengon'affrontati frettolosamente (chi sa capisce, chi non sa può provare a informarsi, anzi: a studiare), poiché il senso del film sembra consister'in qualcos'altro. Si può soffrire di solitudine già da bambini e la si può lenire con un amico immaginario oppure, come nel caso del protagonista, con l'interesse per l'ufologia. Val'a dire: l'alienazione omeopaticamente mitigata cogl'alieni. Alcuni sempre fulminei flashback ricostruiscono l'ipotesi psicopatogenetica di quest'ossessione che crea un circolo vizioso, un loop causale: l'isolamento subìto si trasforma in atteggiamento asociale e il "noi" diventa sempre più chimerico, il "siamo l'uniche forme di vita autocoscienti nel cosmo?" acquisisce una priorità che legittima il sacrificio delle relazioni interpersonali. Oltretutto la storia ha già dimostrato ch'il (ri)scoprire l'America da parte di Colombo non ha estinto il sentimento di solitudine degl'europei, l'ha semplicement'esteso: ora siamo soli assiem'a loro. Mal comune mezzo gaudio? La saga di "Prometheus" è affetta da un analogo semplicismo. Dunque Arecibo, Sagan, SETI, ecc. sono disseminati dal regista né come McGuffin, né per un'opera tipo "Contact" (Zemeckis 1997), "Arrival" (Villeneuve 2016) o di vera sci-fi (si scorge la sagoma d'un UFO giust'in un paio di fotogrammi), bensì quali sintomi comportamentali d'uno studente di matematica riconducibile alla categoria "Madness and Genius", ch'infatti è il titolo del debutto d'Eslinger nel 2003. Dopo 15 anni, per lui è una meta-ossessione, fors'un approfondimento autobiografico. Interdetti i "professional reviewers" (zero recensioni su Rotten Tomatoes e Metacritic); comunque sia, interessanti gl'aneddoti sugli scheletri nell'armadio d'Edison.

Mauro Lanari