ULTRAVIOLENCE78 8½ / 10 10/06/2008 22:26:25 » Rispondi Con questa pellicola, Melville erige un monumento ad un antieroe tragico. "Non esiste solitudine più profonda del samurai, se non quella della tigre nella giungla". Il laconico Frank Costello, come unba sorta di moderno samurai, vive nella solitudine seguendo metodicamente una ritualità quotidiana, che si concreta nel compimento di una cadenzata e reiterata serie di atti, e nel rispetto di un codice personale fondato sull’obbedienza e la fedeltà: qualsiasi incarico affidatogli e da lui accettato viene scrupolosamente portato a termine. Ma la moralità su cui è ordinato il suo “modus vivendi” colliderà inevitabilmente con l’agire vile e proditorio dell’uomo moderno, incline esclusivamente a tutelare i suoi interessi in spregio alle regole dell’etica e della riconoscenza. Frank Costello è un personaggio anacronistico, del tutto estraneo al contesto in cui si trova a vivere: egli ottempera a dei valori e canoni ormai dimenticati dalla civiltà moderna, ritratta splendidamente da Melville (coadiuvato dal grande direttore della fotografia Henri Decaë), sia nei soggetti che nei luoghi, in tutta la sua decadenza. Le reliquie di una moralità calpestata e obliata sembrano risiedere soltanto nell’unico soggetto capace di abbandonarsi devotamente all’amore e che –non a caso- vive ai margini della società, cioè la donna innamorata, nonché negli animali, come testimonia la scena del verso/segnale emesso dall’uccello in gambia. L’epilogo, al tempo stesso tragico e beffardo, segna la fine di una vita vissuta mestamente nella solitudine perché lontana dalle logiche e dalle dinamiche di una modernità sempre più drammaticamente vacua. “Frank Costello” è stato rivisitato da Jim Jarmusch nel film “Ghost Dog” (dove molte sequenze ricalcano quasi pedissequamente l’opera di Melville), il quale però non riesce ad eguagliarne la bellezza e l’intensità.
kowalsky 12/11/2009 00:45:40 » Rispondi In effetti avevo questo dubbio su Jarmush. "Ghost dog" è un gran film comunque