benzo24 8½ / 10 17/01/2024 18:44:43 » Rispondi Un uomo muore e deve presentarsi all'inferno. Aspetta davanti a un portone. Aspetta un giorno, due. Aspetta per settimane, per mesi, per lunghi anni. Finalmente arriva un altro uomo. Quello in attesa gli chiede, 'potrebbe aiutarmi? Devo presentarmi all'inferno'. L'altro allora lo guarda da capo a piedi e dice 'Ma signore caro, lei è già all'inferno!'".
Il cinema del regista tedesco è un cinema di fantasmi (il titolo del suo capolavoro, Gespenster si traduce proprio con «fantasmi») anche perché racconta di uomini e donna la cui identità è un processo di continua riscrittura attraverso l'inesauribile confronto con la storia personale e collettiva («il cinema ama i fantasmi, coloro che hanno perduto un amore, un lavoro l'innocenza, e li accompagna nello sforzo di possedere di nuovo qualcosa» – ha dichiarato l'autore).
Così allo stesso tempo i suoi personaggi possono essere contemporaneamente uomini o fantasmi, vivi o morti (il bellissimo finale), separati dal tempo ma inscritti nel processo della Storia