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VICE - L'UOMO NELL'OMBRA regia di Adam McKay

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Godbluff2     8½ / 10  24/02/2023 21:09:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi è piaciuto anche di più di "The Big Short", è un mezzo capolavoro e attualmente per me il miglior film di McKay (non ho amato, purtroppo, "Don't Look Up").
Questa volta nel suo nuovo lavoro biografico McKay si spinge in territori se possibile ancora più torbidi, oscuri e pericolosi nel suo attraversare la viscida esistenza di quel grottesco essere che risponde al nome di Dick Cheney, interpretato da un gigantesco Christian Bale, nell'ennesima prova di trasformismo fisico-psicologico che lo esalta come uno dei fuoriclasse indiscussi della recitazione.
Innanzitutto è da rimarcare l'ottimo lavoro di ricerca e documentazione compiuto, per quanto possibile, con precisione e con l'obbiettivo di ottenere elementi quanto più precisi e attendibili; considerando il "cosa" e il "chi" stava trattando, il risultato raggiunto è assolutamente notevole, in un contesto nel quale rimarranno inevitabilmente dubbi e buchi neri, che McKay non cerca di riempire forzatamente, spettacolarizza il suo racconto biografico così come può e deve fare un buon cineasta con intenti comunque "popolari" ma non lo romanza al di là e oltre di ciò che è il materiale a sua disposizione.
"Vice" è un film profondamente amaro, cupo e drammatico, che racconta di uomini schifosi dei quali rende un impietoso e inesorabilmente veritiero ritratto, gettando lo sguardo sull'enorme potere e sull'enorme influenza avuta nelle loro mani nei momenti più decisivi degli ultimi decenni di storia degli stellestrisciati; lo fa con lo stile ormai riconoscibile di McKay, che ha trovato la sua quadratura del cerchio e sfrutta tutti i suoi mezzi comunicativi tra dialoghi, rottura della quarta parete, montaggio e regia, ancora con il suo ritmo tambureggiante, sebbene un po' meno ossessivo rispetto a "The Big Short" e lasciando maggior respiro all'evoluzione della storia e senza dimenticare il lavoro anzi ottimo sullo scavo psicologico del protagonista e di coloro che gli ruotano attorno.
Il cinema di McKay riesce a coinvolgere una grossa fetta di pubblico trasformando un prodotto complesso, stratificato, potenzialmente difficile in un'eccellente macchina cinematografica "pop" che senza rinunciare al suo contenuto artistico più "autoriale" riesce comunque a diventare un intrattenimento micidiale e accessibile ad un pubblico più ampio. In questo, McKay si è dimostrato funzionale, abile ed un eccellente modellatore del mezzo cinematografico.
Così "Vice" ne viene fuori come un film dalla narrazione potente, coinvolgente, scritto bene e dotato di attori tra il buono e l'eccelso, valorizzato dalla capacità alla mdp di McKay e dalla sua grande gestione del ritmo narrativo, dal montaggio del solito Corwin, dal trucco (Greg Cannom, Kate Biscoe, Patricia Dehaney) che ha pure vinto comprensibilmente l'oscar e insomma, è un grandissimo film per me, grandissimo, di un autore che sa unire un piglio da "docu-narrazione" con uno da film "commerciale" dal gran ritmo intrattenitivo, figlio della scuola partita grazie a gente come il Martin Scorsese soprattutto di "Goodfellas" e che di lì ha trovato qualche altro regista abile a rileggere quella lezione in modo personale. Qui McKay lo ha sicuramente fatto.