Chiudi finestraLA CASA DI JACK regia di Lars Von Trier
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Scuderia2 
4½ / 10 04/03/2019 20:56:48
» RispondiDivieti, tagli, fughe dalla sala, imprecazioni.
Molto orrore per nulla.
Forse è proprio questo il il merito principale di Von Trier: aver saputo depotenziare l'orrore.
Perché l'opera come film su un serial killer non funziona.
Cioè, un tipo che per 12 anni si è aggirato allegramente con un furgoncino rosso fuoco che ha solo lui nella storia della motorizzazione, ammazza una sessantina di persone, ha sì una mania compulsiva per la pulizia, ma allo stesso tempo lascia impronte ovunque.
Incidente 1: impronte sulla macchina della Thurman.
Incidente 2: impronte ovunque nell'appartamento della donna.
Poi, impronte sulla lettera autoreferenziale inviata ai giornali.
Impronte dopo l'operazione di mastoplastica.
E ancora, bellissima foto ricordo dei trofei di caccia: ma nessuno era a conoscenza del rapporto di quest'uomo con quella famiglia?
Io capisco che magari la polizia locale sia un po' distratta ma ad un certo punto credo che i federali siano entrati nella questione. Nessuno lo acchiappa.
Va bene, anche il delitto può essere una forma d'arte ma il mondo reale non è un museo, questo serial killer è il più inverosimile della Storia.
Dillon, però, potrebbe entrare negli albi: in ordine alfabetico, prima di Jack lo Squartatore, come Jack il Capocantiere.
Anche come compendio didattico non è un granché.
Un sacco di argomenti, un sacco di foto di repertorio, una dopo l'altra, repentine, in un carosello intellettuale enciclopedico.
La solita discesa negli inferi di Lars, stavolta letterale.
Più colto che bravo.
76mm 06/03/2019 12:31:50 » RispondiCiao.
Rispetto ovviamente il tuo voto, il tuo commento, la tua opinione.
Il problema secondo me sta a monte, nelle tue aspettative di partenza.
Impronte, federali, persone informate dei fatti… cosa c’entra questa roba con LVT?
Forse ti aspettavi un thriller investigativo sulla caccia a un serial killer, tipo Zodiac per esempio (nulla di male ci mancherebbe, bel film fra l’altro).
La credibilità di personaggi e situazioni non è mai stata il piatto forte della casa…si può legittimamente non apprezzare Von Trier per il suo stile o per i suoi contenuti o anche solamente perché è un borioso del caz.zo, ma una certa coerenza bisogna riconoscergliela.
Delle vicissitudini di questo disadattato non gliene può fregare di meno, così come di quelle della ninfomane e della depressa dei suoi precedenti film…le usa semplicemente come mezzi per parlare di altro.
Che poi il messaggio, qualunque esso sia, faccia un po’ fatica ad arrivare sono perfettamente d’accordo.
Scuderia2 06/03/2019 19:43:24 » RispondiAssolutamente.
Sul fatto che io e Lars viaggiamo su due binari paralleli non ci sono discussioni.
Von Trier non mi piace però mi incuriosisce e anche stavolta non potevo esimermi, specialmente dopo il polverone che si è alzato tra Cannes e censura vari.
Lars segue il suo schema fantasioso, io il mio un po’ più lineare.
Il discorso è che stavolta mi ci butta dentro un argomento mainstream come un assassino e io non ce la faccio a non chiedetemi come facciano a non beccarlo. È più forte di me.
Però non cedo.
Un giorno troveremo un punto d’incontro.
Dipende da me, sicuro.
Larry Filmaiolo 06/03/2019 13:12:34 » RispondiMappoi, ti stupirebbe sapere l'ignoranza generale in cui probabilmente davvero navigava lo stato di Washington negli anni '70.
Scuderia2 06/03/2019 19:51:40 » RispondiMassì, c’è tutta questa critica di fondo al genere umano, col vicino che ti ignora se urli o trasporti cadaveri, e ci sta anche l’ Incapacità delle forze dell’ordine. Però non riesco a farmene una ragione, specialmente sulla famiglia sterminata e scomparsa senza nessun testimone.
Poi mi puoi raccontare che era tutto immaginario, Jack farneticava, ma in questo caso non credo sia così.