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CANNIBAL LOVE - MANGIATA VIVA regia di Claire Denis

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76eric     8 / 10  23/04/2011 14:03:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Più che un film francese, proprio per tempistiche, per tipo di inquadrature e per dialoghi praticamente quasi inesistenti o comunque ridotti all' osso, sembrerebbe un prodotto nipponico, almeno questa è stata la mia prima impressione per questa splendida pellicola firmata da Claire Denis della quale non mi spiego una media che non arriva nemmeno al 4.
La particolarità del film, ciò che più mi ha intrigato, è proprio la storia di fondo, l' accenno allo studio ed agli esperimenti che il rinnegato dottore Semenau, il tipo di colore in moto che all' inizio parrebbe più una sorta di malavitoso, ha condotto sul cervello ( il nostro organo più complesso, misterioso e proprio per questo affacinante) della moglie e sul protagonista Shane, che gli ha portati ad accrescere la voglia di contatto fisico, la libido, fino a farne degli spietati cannibali. Sesso estremo.
All' inizio della pellicola e comunque fino ad un certo punto, non si riesce a capire chi sono i personaggi che compaiono e che cosa c' entrano con la storia che viene raccontata, infatti la regista proprio sul più bello di una determinata scena, si sposta su di un' altra come a cercare di destabilizzare, ed anche un pò ad innervosire, a dire il vero.
Situazioni di quotidianità, tranne quelle comunque rivelatrici che riguardano la Dalle, esposte in maniera assai lenta, con inquadrature accattivanti e particolari ( il rumore ed il movimento della strana macchina medica con una sorta di campione, primi piani soffermati su svariate zone del corpo tanto per citare degli esempi) e con pochi dialoghi, nel quale si cerca di capire la trama del film.
Non riesce mai a spiccare il volo, ma

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, si comicia a pigiare sull' acceleratore anche se non bisogna aspettarsi chissàccosa.
Ottimo anche il finale con il cunnilingus più doloroso della storia del cinema, credo.
Dicevo che la loquacità non è certo la caratteristica principale del film, e proprio per questo motivo doveva avvalersi di sguardi, di facce che sapessero parlare senza aprir bocca: davvero straordinarie le prove di Vincent Gallo, con quella sua espressione da "uomo di ghiaccio" e di Beatrice Dalle ( A l' interieur), che pure lei con quel (bel) viso particolare che si ritrova, incarna perfettamente il ruolo di femme fatale, della donna che ha quel non so chè di attraente e di arrapante e di cui non ti dovresti mai fidare, una sorta di vedova nera.
Dopo Baise moi ed assieme a tutti i titoli che ben conosciamo, è un' altra prova di spessore del cinema di genere dei cugini d' oltralpe.
Claire Denis veramente brava, spero venga rivalutato.