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IL CORRIERE - THE MULE regia di Clint Eastwood

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Spotify     7½ / 10  18/07/2019 23:57:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"The Mule" è stato il grande ritorno di Clint Eastwood come attore. Avevo tantissima curiosità di vedere come, a 88 anni, il vecchio Clint se la sarebbe cavata a recitare dopo un bel po' che non compariva sugli schermi. Beh, posso dire che, ancora una volta, Eastwood è stato autore di una prova assolutamente convincente, sia davanti che dietro la macchina da presa. Questo vecchio leone dimostra di fregarsene della sua età e della fatica, girando ed interpretando un film. Finché ce la farà, Clint continuerà a fare cinema.
"The Mule" non è certo un capolavoro, ma la presenza di una leggenda come Eastwood, gli fa assumere un tono quasi epico. Diciamocelo, se non ci fosse stato il maestro di San Francisco, anche nelle sole vesti di attore protagonista, il film sarebbe stato un thriller come tanti, anche se di indubbia qualità.
La trama vede protagonista l'anziano Earl Stone, il quale, rimasto al verde, diventa quasi per caso un corriere della droga di un cartello messicano. Stone è bravo a svolgere il "suo nuovo lavoro"e inizia a venir rispettato dai temibili gangster che stanno dietro a questo traffico di stupefacenti. Però sulle tracce di Earl c'è Colin Bates un agente della DEA. Stone dovrà quindi guardarsi le spalle dalle autorità, ma non solo...
Dunque Eastwood, con questo suo ennesimo lavoro, ribadisce il suo amore per il cinema. E questo affetto è dimostrato attraverso un film dalla trama piuttosto semplice. Ma "The Mule", risulta essere una pellicola molto personale, perché come Earl Stone nel film è un anziano che svolge un lavoro non semplice per la sua età, Eastwood è un regista che sulla soglia dei 90 anni, sta ancora li a fare cinema di indubbia qualità. Insomma, il vecchio Clint si identifica molto in Earl Stone, con questi che diviene quasi un alter ego.
Il film di per se, non è un capolavoro e non si può certo dire che sia proprio tra i migliori di Eastwood. Ad esempio, siamo distanti anni luce da "Gran Torino" o "Mystic River". Secondo me, è una pellicola dove si poteva osare un po' di più, specialmente se alla regia si trova proprio Clint. Fila tutto in maniera un po' troppo classica, manca quel colpo di scena che faccia esplodere sul serio la pellicola. Complice di ciò, una sceneggiatura che, seppur non avente grossi errori, è fin troppo lineare se non addirittura ripetitiva in diversi punti. Ci sono anche un paio di sequenze inutili come ad esempio il soccorso prestato da Earl ai due ragazzi di colore. I dialoghi tuttavia sono buoni, spesso velati di ironia, il che permette di seguire la pellicola sempre con attenzione.
Neanche il montaggio mi è piaciuto. Varie scene vengono tagliate ancor prima che finiscano. Strano se pensiamo che il montatore Joel Cox ha collaborato con Eastwood in tantissimi film.
La caratterizzazione del protagonista è ottima. Earl è un uomo che non bada alla sua età e si sente ancora in grado di fare molte cose. E sorprende anche il modo con il quale accetta il nuovo incarico del quale deve occuparsi, in quanto Stone non si spaventa, pur sapendo che è entrato in contatto con numerosi criminali. Earl ha sempre avuto un pessimo rapporto con la sua famiglia mettendo il lavoro al primo posto. Alla fine cercherà di rimediare, rendendosi conto, dopo tanti anni, che la famiglia è la cosa più importante che ci sia e niente e nessuno può scavalcarla. Difatti, il director narra una storia principalmente di redenzione, tema spesso trattato da Eastwood.
Il ritmo è molto buono. La tensione è costante e la presenza dello stesso Eastwood invoglia lo spettatore a tenere gli occhi incollati allo schermo.
Tecnicamente, Clint ci sa fare ancora bene con la macchina da presa, adoperando i classici stilemi del cinema thriller, associandoli poi a quelli del dramma. Le scene finali (quelle vedono Earl tornato a casa per stare vicino all'ex-moglie morente) sono davvero commoventi e soprattutto sono sincere. Non si tratta di sequenze montate strategicamente a tavolino. La suspense non manca seppur poteva venir dosata di più, in quanto a volte si capisce sin da subito che in quella determinata sequenza non succederà nulla.
Il finale è abbastanza scontato ma tocca il cuore dell'astante, il quale non resta affatto indifferente. Però, da uno come Eadtwood ti aspetti un epilogo per lo meno un po' più articolato.
Bella la fotografia, colori asciutti ma brillanti. L'aria che si respira è afosa, pesante. Eastwood ti fa sentire il caldo sulla pelle. La scenografia si sposa benissimo con la fotografia. Il regista fa un sacco di riprese dall'alto con vista sul deserto. E poi, personalmente, mi sono sempre piaciuti i film ambientati nel deserto americano.
Bello anche il soundtrack caratterizzato da musica western.
Il cast è di alto spessore. Clint ancora una volta (e a 88 anni), sfodera l'ennesima grande recitazione. Negli sguardi di quest'uomo, si possono scorgere anni e anni di esperienza. La semplicità con la quale sta sia davanti che dietro la macchina da presa è davvero incredibile. Una prova granitica, non certo indimenticabile, ma colma di carisma. Ottima anche l'esplicazione dei dialoghi. Bradley Cooper è forse un po' sprecato, ma essendoci Eastwood nelle vesti del protagonista, in questo caso si può chiudere un occhio. Comunque, buonissima interpretazione dell'attore di Filadelfia. Bravissima Dianne Wiest, nel ruolo dell'ex-moglie di Earl. Una performance di grande carattere. A tratti commovente. Complimenti.


Conclusione: il ritorno di Clint Eastwood in veste di attore, oltre che di regista, è positivo. "The Mule" non sarà il film dell'anno, però ti pone dinanzi ad una leggenda della settima arte, la quale sa ancora come svolgere il proprio mestiere. Sarebbe da 7, ma visto come recita Clint, do 7,5. Una visione la vale.