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LA PARANZA DEI BAMBINI regia di Claudio Giovannesi

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Terry Malloy     7 / 10  12/10/2019 20:27:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La paranza dei bambini costituisce un capitolo minore e secondario, ma non meno significativo, di quella costruzione dell'immaginario italiano e malavitoso che da ormai 13 anni Roberto Saviano porta avanti nel discorso letterario e cinematografico (dunque, crossmediale) del nostro paese. Che piaccia o no, che abbia specifico valore estetico o no, che dia fastidio o no, non si può negare che l'opera di Roberto Saviano è il futuro dello storytelling italiano. Nessuno come lui (forse solo Giancarlo De Cataldo, ma sicuramente con minore forza comunicativa e minore impatto sociale) è riuscito a costruire un immaginario della camorra e del mondo del narcotraffico come ha fatto Saviano. Questa nuova figura di scrittore, un ibrido di personaggio pubblico e intellettuale, che definirei autenticamente un "creativo", non lavora tanto sullo stile (Walter Siti docet), quanto sulla moltiplicazione del proprio immaginario (e quindi del proprio messaggio o discorso) su varie piattaforme, e ovviamente sull'espansione del proprio universo narrativo, che altri hanno definito infatti "ecosistema".

E' il caso di questa ennesima creatura di Saviano, a cui Giovannesi dà un'ottima versione cinematografica, molto italiana, e ovviamente vicina al magistero di Sollima per come ha creato l'opera maggiore, ossia la celeberrima serie tv. Il romanzo mi era piaciuto molto, avvincente e gradevole al punto giusto, già meno interessante il Bacio feroce (il secondo capitolo della serie, che ne preannuncia un altro). Giovannesi lavora con grande fedeltà al testo che sta adattando, e ne emerge una buona narrazione, forse un po' lunga e pesante, non ancora perfetta come la scrittura di Saviano, però vincente. Una buona prima prova.

Sulla storia in sé c'è poco da dire: molto interessante la scena del primo "pezzo" di Nicolas Fiorillo, che sovverte la sua identità di genere per accedere indisturbato al quartiere in cui deve compiere l'atto. Mi ha ricordato il personaggio di Arya in Game of Thrones. Gli ecosistemi narrativi si compenetrano, si avvicinano...