pier91 7½ / 10 08/07/2011 01:27:49 » Rispondi La tematica dell'isteria collettiva tanto cara a Fritz Lang è qui affrontata per la maggior parte con acutezza, rigore, ritmo incalzante. Peccato che il finale sia del tutto inopportuno, falso, costruito. Soltanto dopo, lo sottolineo nel caso mi si ritenesse prevenuta, ho scoperto che fu il produttore Mankiewics ad imporlo. Si vede, eccome se si vede. Lang che rompe in maniera tanto brusca e banale un cinismo altrimenti lucidissimo e risoluto è poco credibile. Il successivo e consimile "Io sono innocente" fu anch'esso tagliato e censurato pesantemente. Ciò nonostante resta una pellicola più efficace e di sicuro più distintiva del regista.