caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

L'ANGELO UBRIACO regia di Akira Kurosawa

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Crimson     9 / 10  29/11/2005 11:34:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il primo film di Kurosawa ad aver avuto un certo successo (dopo un periodo di censura) tratta una storia che si svolge nei bassifondi di una Tokyo post-guerra. Oltre ad emergere temi tipici del regista come l'amicizia (un'amicizia del tutto particolare, che anche in questo film drammatico non manca di far sorridere di tanto in tanto), il rispetto e la contrapposizione tra due realtà diverse.
Toshiro Mifune (qui giovanissimo, appena ventottenne) azzeccatissimo nel suo ruolo (come al solito) è vittima del suo codice d'onore, della sua esistenza di eccessi e di disprezzo per la vita, che il medico (il grandissimo Takashi Shimura) non può comprendere, dal momento che oltre a rivestire un ruolo nella società completamente agli antipodi è nel profondo una persona umana, che si nutre di altri valori. Entrambi comunque hanno un'accezione positiva, persino lo yakuza, perchè tenta di seguire i consigli del medico (niente donne e niente alcool) che tanto cerca di sradicarlo dalla sua vera natura gangster. Cosa impossibile.
Unico punto in comune tra i due, che si legano l'un l'altro ovviamente non senza qualche problema, è costituito dall'alcool.
Al di là della torbida e intrigante vicenda che caratterizza il film, ossia la rivalità tra Okada, gangster appena uscito di carcere e i due protagonisti, per ragioni diverse, anche lo scenario di contorno e i più piccoli particolari sono degni di nota: il laghetto putrido ai margini del quale spesso i protagonisti conversano, il rapporto medico-paziente (qui del tutto particolare, ma efficace: la bambina si salva dalla tubercolosi perchè ha altre motivazioni rispetto al gangster), e lo spaccato della vita dopo la guerra in Giappone.
E' un film che nelle atmosfere è del tutto simile al successivo "Cane Randagio" e a "Vivere".
stieve86  29/03/2006 14:45:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Simile a vivere?? Secondo me i sei anni di differenza si sentono abbastanza, nel senso che le atmosfere de L'Angelo Ubriaco mi ricordano più, ad esempio, I Bassifondi (che tuttavia è successivo); infatti non c'è, come in vivere, una risposta esistenziale, ma ogni sofferenza è lasciata "in sospeso" e non trova nè un conforto nè una risposta definitiva.
Dick  01/07/2007 20:46:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti sei visto il film? Perché non lo hai votato allora?
Crimson  01/04/2006 10:53:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
per "atmosfere" intendo il neorealismo post bellico. La visione di una città degradata tramite le divagazioni dei protagonisti. Infatti "l'angelo ubriaco-cane randagio-vivere" è definita come "la trilogia neorealista" di Kurosawa.
Dick  01/07/2007 20:56:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"qui giovanissimo, appena ventottenne"

Vabbé, mica aveva 18 anni.