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AMANTI PERDUTI regia di Marcel Carné

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ULTRAVIOLENCE78     9 / 10  15/02/2009 19:21:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E’ già la vita un teatro: luogo eternamente ciclico, ove si muovono, in una intricata trama fatta di realtà e finzione, personaggi alla mercè dei loro sentimenti e delle loro emozioni.
Con questa impostazione metateatrale si sviluppa il lungometraggio di Marcel Carnè, il quale si ispira manifestamente a Shakespeare (cfr. As You Like It: “tutto il mondo è teatro, e tutti gli uomini e le donne non sono nient’altro che attori”), di cui cita “l’Otello”: ed è infatti proprio dal dramma della gelosia che si consuma nell’animo di Federico, che quest’ultimo trae la forza e la passione necessarie per interpretare il personaggio della celeberrima opera. A questa si aggiungono numerose altre scene in cui vita reale e finzione scenica s’intrecciano fino a confondersi, diventando un tutt’uno, così come viene eloquentemente esemplato dalla sequenza in cui il mimo Battista, nel mezzo di una sua rappresentazione di strada, riesce ad evitare che l’amata Garance venga arrestata per il furto di un orologio, riproducendo, attraverso un’esibizione mimata, lo spiacevole episodio.
Al centro di questa immensa rappresentazione, che è la vita, vi è l’amore: quel sentimento attorno al quale agiscono i personaggi principali della “mise-en-scene”, e in virtù del quale, nel bene e nel male, essi vibrano e si sentono vivi. Ognuno di essi prova l’amore a modo suo: e proprio perché si tratta di un sentire unico e personale, che non corrisponde mai completamente a quello proprio della persona desiderata, esso è destinato a rimanere insoddisfatto (Garance, il conte, Battista, la moglie di Battista, Federico e Lacenaire sperimentano tutti l’impossibilità di dare piena soddisfazione al proprio sentimento) o, al massimo, ad essere appagato soltanto per un fugace momento. Sembra questa la testimonianza che lascia il film: così come dimostra l’epilogo della storia nel quale, alla notte di passione finalmente vissuta dai due amanti, segue il distacco ineluttabile, rappresentato sublimamente dalla sequenza della folla carnevalesca (ultimo simbolo che rimanda al binomio verità-finzione) nella quale Battista e Garance, dopo essersi ritrovati, si perderanno nuovamente e (forse) per sempre. E la disperata rincorsa di Battista verso Garance, ormai nella carrozza in procinto ad allontanarsi definitivamente, assurge quale emblema dell’amore stesso: misterioso e imperscrutabile sentimento che fa sì che gli attori di questa imponente e incessante messinscena, che è la vita, si inseguano a vicenda senza posa ma, soprattutto, senza mai trovare vera soddisfazione.
ULTRAVIOLENCE78  16/02/2009 10:22:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ERRATA CORRIGE. "Ormai nella carrozza in procinto ad allontanarsi definitivamente". [...] in procinto DI allontanarsi [...].
StranzCronenber  07/07/2009 15:40:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
diamine, è incredibile la quantità di film che hai commentato.
Poichè condivido il tuo giudizio su molti di essi, credo che ti "userò" come riferimento per recuperare quelli che ancora non ho visto.
:)
ULTRAVIOLENCE78  15/02/2009 19:33:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah bè, dmenticavo la straordinaria frase di Battista sull'amore come sentimento in sè tanto semplice, ma incomprensibilmente tanto difficile da appagare.