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IL GRANDE SPIRITO regia di Sergio Rubini

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Scanlon     6 / 10  18/12/2019 12:26:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Al tredicesimo film da regista, Sergio ha ormai imparato i trucchi del mestiere e soprattutto, ha imparato come pescare a destra e a manca e come fare la "melina", ovvero dilatare uno spunto narrativo riassumibile in tre quattro righe, portandolo alla durata di quasi due ore.
Ci sono idee buone, come l'ambientazione sui tetti di una Taranto avvolta in lontananza dai fumi dell'Ilva, il matto ingenuo interpretato da Papaleo che si crede un capo indiano, la fuga di un rapinatore che ha tradito il resto della banda, ma è proprio nel nucleo centrale che il film gira su se stesso, abbandonandosi come detto ad una melina fatta di dialoghi, di pause e di strambe trovate da parte di Cervo Nero (il matto). Nonostante si insista molto su questa convivenza obbligata tra il "normale" Rubini e il "matto" Papaleo, manca la volontà di approfondire le due figure, di scavare dentro di loro nel tentativo di trovare un punto di convergenza che giustifichi quell'incontro casuale ma forse predestinato. Nessuno ne esce davvero cambiato da questa storia, nessuno si porta dentro qualcosa dell'altro. Nel finale, privo di guizzi imprevedibili, l'azione riprende e il film si sblocca, salvo poi ripiegare su un epilogo votato ad un facile patetismo che ricorda qualcosa di già visto troppo volte nella storia del cinema: il debole che fa le spese di un mondo apparentemente normale ma assai spietato e disumano. Reminiscenze in chiusura di una scena de Il Profeta di J. Audiard.
Buona la partenza e buoni i presupposti, sulla prosecuzione cala il beneficio del dubbio.