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GANGS OF NEW YORK regia di Martin Scorsese

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ganga     2 / 10  26/05/2003 20:23:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ORRENDO!!!!!!!!!!!!!!!!!!
nn gli do uno x il mitico Daniel, ke recita benissimo...cmq Scorsese mi ha davvero deluso!!!!
Ely81  27/05/2003 00:41:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
...ma dai!!!SMETTILA!!!E' assurdo che dici "ORRENDO". Se la violenza non ti piace, potevi cambiare genere. Quì non se ne può fare a meno. E poi scusa, io sono una fan di Scorsese, e ti assicuro che in questo film non è affatto diverso dai suoi lavori precedenti. Anzi, mostrarci la New York dell'800 rappresenta un punto di partenza di altri suoi precedenti lavori che affrontano delle tematiche simili (New York, il sangue, la violenza) che si trovano da Mean Streets a taxi driver, goodfellas e casinò. Beh, su Daniel ti dò ragione:STRAORDINARIO, ma riguardo ad altro non sono assolutamente d'accordo
ganga  31/05/2003 14:24:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
é vero, l'ambientazione é bella ma la storia nn é coinvolgente anzi molto ripetitiva
Ely81  15/06/2003 17:42:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
…beh, ganga, i gusti sono gusti, ma voglio solo precisare una cosa. Un critico dice che Scorsese è uno dei registi più materialisti di Hollywood, concentrato com’è sul capitolo “denaro e passioni”. Ma la sua originalità consiste proprio nel fatto di rivelare qualcosa in più ad ogni visione successiva. Tutto questo è vero, e questo qualcosa in più è l’aspetto contenutista, che non appare nudo e immediato nella coscienza dello spettatore, ma occorre prima metabolizzare il film, per poterne cogliere pienamente gli aspetti e gli effetti. Visto superficialmente, gangs of New York parla di una storia di vendetta, che potrebbe risultare noiosa perché si protrae per oltre due ore. Ma se penetri nella sua visione globale e pedagogica, scopri la triste storia di un ragazzo, che esce dal riformatorio dopo 16 anni, ingenuo ma in grado di difendersi, e con il cuore colmo d’odio e rabbia verso un uomo che lo ha reso orfano e lo ha costretto a pagare con il prezzo della propria libertà ( gli anni del riformatorio). Scopri anche che quell’uomo che ha ucciso il padre del ragazzo e odia gli irlandesi, prova profonda stima per lui, al punto di amarlo come un figlio, e il suo affetto turberà un po’ il carattere vendicativo del giovane Amsterdam. Scopri anche la triste storia di una prostituta, adottata da Billy dopo che la morte della madre l’aveva costretta, all’età di 12 anni, a rimanere sola e indifesa, pagando il prezzo dell’ospitalità di Billy con la morte del bambino che le è stato crudelmente strappato dal grembo ( testimoniato da una terribile cicatrice). Ti troverai proiettato davanti ad una visione cruda, anzi crudissima, evidenziata anche dalle insurrezioni da parte di un popolo che deve subire delle leggi ingiuste (per quanto riguarda la leva obbligatoria), ma puoi stare tranquillo. Già, Scorsese non ti trascina mai in un mondo “falso”, ma ti raccontala storia così com’è, senza falsi eclettismi o gesta eroiche esaltanti. I personaggi sono “veri”, e per quanto riguarda il termine “veri”, non intendo dire che sono realmente esistiti (ad eccezione di Billy e Tweed), ma voglio rilevare che la loro personalità è forgiata con il quadro sociale dell’epoca, in tutti gli aspetti. Così il protagonista (il giovane Amsterdam) diviene l’emblema di una classe sociale schernita e umiliata dalle razzie degli americani, proprio perché è costituita da immigrati, a loro volta costretti a lottare duramente per far valere i loro diritti e guadagnare una piccola parte del territorio nella miseria e nella sporcizia. Dimmi tutto questo non è coinvolgente, od occorre obbligatoriamente il kitsch “tecnologico” o “strappalacrime” per poter rendere una storia coinvolgente?