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BIRD regia di Clint Eastwood

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Marco Iafrate     7 / 10  12/12/2012 19:31:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non so se attribuire alle melanzane alla parmigiana ed all' irresistibile Cabernet-Sauvignon che le accompagnava la causa del mio miserevole crollo del livello di attenzione, ma tanto è che il complesso ingranaggio dei flashback messo in atto dal buon Clint ha fatto sì che io sia stato continuamente a domandarmi in quale dimensione temporale mi stessi trovando in quel momento. La logica del tempo stabilisce che quello che sto osservando fa seguito a qualcosa avvenuto in precedenza, nel flashback lo sviluppo cronologico del racconto viene interrotto, una o più volte, per dare la possibilità al regista di inserire un fatto accaduto precedentemente e collegato al racconto stesso. L'abuso ed Il ripetersi di questo andirivieni di flashback rischia di essere, a mio parere, il punto debole del film, indipendentemente da quanto la biografia di Charlie Parker possa interessare un non appassionato di jazz.
A tratti noioso (le due ore e mezza della pellicola si fanno sentire) ma supportato da una fotografia crepuscolare molto affascinante, immersa in quel grigiore che accompagna sempre le esistenze tormentate, il film aiuta a comprendere quanto il successo, per questi artisti tanto geniali quanto incompresi, arrivi a far male se non si hanno le capacità di gestirlo. Parker muore a 35 anni distrutto dagli eccessi e ridotto quasi in miseria, dilaniato dai sensi di colpa. A nulla sono serviti l'amore della moglie e dei figli, il calore dei fans, le luci della ribalta. I continui tradimenti di Charlie con donne affascinate non dalla sua persona ma dal suo sassofono, scavano ancora di più il vuoto interiore dell'uomo. Le donne, l'alcol e la droga hanno accompagnato da sempre la vita di decine di artisti della musica, molti sono passati ancora giovani a miglior vita, magari agevolando il destino con la convinzione di diventare in questo modo immortali, monumenti eterni per le generazioni a seguire, geni senza tempo, protagonisti, ormai inconsapevoli, di un mondo che non si ferma.