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L'INSAZIABILE regia di Antonia Bird

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Jolly Roger     7½ / 10  10/09/2012 08:45:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
un bel filmotto horror, abbastanza originale, bell'idea! L'ambientazione storica, il tono drammatico e l'interpretazione di alto livello dei due protagonisti rendono questo film appetibile per tutti i palati (grande Carlyle. Quest'attore mi resterà sempre impresso per una delle scene più grottesche dell'horror: la sua fuga da centometrista, inseguito da orde di zombies, in 28 settimane dopo).

Il cannibalismo diventa qui un'allegoria della società: il Dio Cannibale, al quale uno dei protagonisti si riferisce in un passaggio del film, non è nient'altro che l'America del secolo scorso, un gigante che cresce, che apre le braccia a tutte le persone e che le mangia, le divora per diventare ancora più grande. Ma l'allegoria può applicarsi anche all'Europa imperialista, o alla Cina, o ad altri casi simili nella storia.
L'idea alla base in questa visione è un postulato rovesciato: non è colui che ha ragione che vince, bensì l'opposto: è chi vince che ha ragione. Il che poi implica che il modello vincente aveva ragione fin dall'inizio: quindi in ultima analisi vince chi ha ragione e ha ragione chi vince, indipendentemente da quale sia il prezzo da pagare.
Emblematiche sono in questo senso le parole del cannibale: non abbiamo scelto noi questo modello. Noi semplicemente ci adattiamo ad esso.
Adattarsi significa scegliere di non essere vittime, il che implica - per forza - la scelta di diventare un carnefice, in un modello in cui il forte divora il debole, il migliore divora il peggiore. Non c'è spazio per la morale, devi fare un compromesso con la tua coscienza. E non a caso le vittime, il pasto dei cannibali, sono l'idiota, il soldato fanatico, il predicatore pazzoide, l'indiano, l'ubriacone. Ognuno ha un suo ruolo in questo meccanismo, chi mangia e chi viene mangiato - ma è un meccanismo selettivo: "risparmieremo chi ha una famiglia :-)".
Non c'è una terza via in tutto questo. Ribellarsi significa necessariamente donare sè stessi, sacrificarsi, in una parola morire.

Ma sacrificarsi fermerà questo meccanismo?
NO. Per niente.
L'unica cosa che porterà, purtroppo, è la consapevolezza di morire a testa alta e senza aver fatto compromessi con la propria coscienza, mentre, nello stesso momento, un generale dell'esercito si starà gustando lo stufato di un soldato semplice.