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I SOVVERSIVI regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani

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Invia una mail all'autore del commento anthonyf     7 / 10  05/10/2012 18:23:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premetto che il mio è un parere soggettivo, null'altro.
"Sovversivi" (noto anche come "I sovversivi") è un film diretto dai fratelli Taviani, strutturato come film a episodi, in cui si intrecciano parallelamente ai funerali di Palmiro Togliatti le quattro vicende dei personaggi. C'è da un lato la storia di Muzio e soprattutto del suo fedele amico Ermanno (interpretati rispettivamente da Pier Paolo Capponi e Lucio Dalla!), che cercano anche se con modi e atteggiamenti diversi di fare un reportage fotografico sui funerali di Togliatti: un episodio lineare, abbastanza fluido e sobrio, a tratti grottesco e paradossale, ma abbastanza gradevole, se non fosse per un poco approfondimento sul personaggio di Capponi, che nonostante il talento dell'attore, viene sminuito di fronte a Dalla (colpa della sceneggiatura). C'è poi un altro episodio sullo stesso piano stilistico e scritturistico, episodio interpretato dal grande Giulio Brogi, giovanissimo e affascinante rivoluzionario venezuelano, intento a ritornare nel suo paese natale, ma innamorato di una ragazza italiana; c'è un terzo episodio altrettanto gradevole, che narra di un regista in preda al panico e alla malattia, che sta dirigendo un film su Leonardo Da Vinci e che ha continui problemi sul set, causati dalla sua salute fragile e da altre vicende (quando decide di cambiare la sceneggiatura scrivendo la parola "ARMADIO" sul copione è spettacolare); ed infine c'è un ultimo episodio con una coppia che è venuta a Roma per assistere ai funerale di Togliatti, coppia che purtroppo avrà problemi, in quanto la donna scoprirà di essere lesbica e il marito ci rimarrà di stucco.
Insomma... un bel po' di storie che ruotano tutte attorno ad un funerale. Di sicuro non manca l'originalità. C'è una regia dei fratelli Taviani accurata e precisa che sa di sobrio e di essenziale: una regia avanti negli anni, che però risulta nel complesso un po' pesante, per via di una sceneggiatura non molto movimentata. Le vicende, sì, ci sono, ma il tutto è lento e ripetitivo. C'è senza dubbio un ottimo uso dei primi piani, dei silenzi, dei paesaggi. Cè un alternarsi interessante del grottesco (come la scelta di inquadrare Dalla semi-nudo) e un diffondersi del realismo e del politico (come la lunga sequenza dei funerali). Il problema del film secondo me sta nella lentezza e nel fatto che non ci sia un genere che lo possa classificare: potrebbe essere una black-comedy politica con un che di pasoliniano, potrebbe essere un "film nel film" in stile "Effetto Notte" se consideriamo l'episodio del regista che fa il film su Leonardo Da Vinci; potrebbe essere un film storico-sociale, ma così proprio non è. Biografico, assolutamente no. Noir? No, di certo. C'è solo l'analisi sociale e nient'altro. E' un film che vuole analizzare la morte di un importante personalità e ciò che da essa può scaturire. Sembrerebbe quasi un'allegoria... un'allegoria che però sa di inconcluso.
7- è il mio voto finale. Lodo cmq le interpretazioni e la regia.