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LA TRIADE DI SHANGHAI regia di Zhang Yimou

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rain     6 / 10  21/08/2012 10:00:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"La Triade di Shanghai" (impronunciabile il titolo originale) è uno di quei film che si possono definire senza infamia e senza lode.

Anni '30: Tang Suisheng è un ragazzino di campagna che viene introdotto dallo zio nel clan Tang in qualità di servitore di Xiao "Bijou" Jinbao, amante del capo del clan Tang nonchè uomo più potente di Shanghai.
Tang Suisheng, a primo impatto, potrebbe apparire come un ragazzino mezzo scemo, in realtà è solo molto ingenuo (bè, forse è anche leggermente scemo visti i pasticci che combina) e di certo il brusco passaggio dalla campagna alla mondanità di Shanghai non lo aiuta, per rendervi conto della sua ingenuità riporto un dialogo esemplificativo che si svolge ad inizio film:

-Ragazzino, quanti anni hai?
-14
-E dimmi, sei mai stato a letto con una donna?
-Sì!
-Già stato a letto con una donna! E con chi?
-Con mia mamma, da piccolo.

Proprio per questa sua ingenuità verra trattato con disprezzo dalla padrona.

La trama regge, e bene. É stata proprio questa, assieme al nome del regista, a spingermi a vedere il film. "La Triade di Shanghai" è esteticamente bello ma allo stesso tempo "freddo", non riesce a coinvolgere. Il motivo principale sta nel fatto che è impresa ardua immedesimarsi nel ragazzino, non certo per colpa dell'attore, che non è male, probabilmente l'imputato principale è una regia non proprio all'altezza. Stimo Yimou, ha fatto alcuni film molto belli ("Hero" e "La Città Proibita" i miei preferiti), ma in questo caso sembra si sia limitato al minimo indispensabile dello sforzo. Il ragazzino di campagna, che dovrebbe essere il protagonista indiscusso, rimane così una sorta di marziano e con il passare dei minuti la scena gli viene indiscutibilmente rubata da Xiao Jinbao (interpretata da Gong Li, attrice bellissima e che sa il fatto suo) che trasforma la parte finale del film nel dramma di una donna triste e piegata al volere degli uomini. E proprio l'ultima parte, che sembra molto una gangster-story hollywoodiana più che un film dell'orientalissimo Zhang Yimou, è la più riuscita di un film nel complesso abbastanza povero anche se -ripeto- bello esteticamente.

Cosa rimane a fine visione? Personalmente mi è rimasta impressa solamente la bellezza di Gong Li e qualche spunticino quì e là. Niente che possa valere più di una sufficienza.