mistress999 7 / 10 12/10/2019 10:16:41 » Rispondi "La parte peggiore dell'avere una malattia mentale è che le persone si aspettano che ti comporti come se non l'avessi"
Joker di Todd Philips non è un cinecomic, ma non è neanche un dramma psicologico nè uno sociale, poiché a mio parere non ha la sostanza nè i contenuti sufficienti a renderlo tale. Allora che cos'è? È una discreta via di mezzo ben costruita e diretta, sorretta interamente da una straordinaria, intensa e fisica interpretazione di Phoenix. Nonostante la pellicola si soffermi in più di un momento sulla considerazione e sul trattamento delle persone che soffrono di disturbi psico-neurologici da parte della società e di chi dovrebbe essere predisposto all'ascolto e al supporto, la pellicola rimane sul generico, senza toccare le corde più profonde della questione. La costruzione e la genesi di un mostro è basata su elementi come il bullismo, l'alienazione,la povertà e i disturbi psicologici. La colpa ricade dunque su un sistema che non aiuta, non sostiene, non ascolta, discrimina, privilegia i ricchi e lascia soccombere i poveri. Queste sono tematiche che Philips abbozza, preferendo concentrarsi sulla fisionomia, la mimica e filtrare tutto attraverso il dramma vissuto nel microcosmo di Arthur. Vero è che l'atroce microcosmo di Arthur ci riconduce ad un macrocosmo che soffre le sue stesse pene, che è stanco dell'umiliazione e del basso tenore di vita. È vero anche però che le tematiche e il background socio-politico rimangono troppo abbozzate per giustificare determinati eventi cardine della pellicola.
Joker è dunque un bel film, classico nella sua atipicità, con un percorso di (de) formazione abbastanza ancorato a schemi già visti, con un potenziale da capolavoro che rimane parzialmente inespresso e sviluppato.