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C'ERA UNA VOLTA A... HOLLYWOOD regia di Quentin Tarantino

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solitecose     8 / 10  08/12/2019 10:31:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il Sabato del Villaggio

Sono stato un grande fan di Tarantino.
E poi non sono più stato un grande fan di Tarantino.
Mi è sembrato che, ad un certo punto subito dopo Kill Bill, escludendo quel gioiellino di Deathproof, avesse cominciato un po' ad autocitarsi, a essere un po' confuso su dove andare a parare, metteva elementi del suo cinema poi li mischiava in sequenze teatrali storiche, un po' di splatter e quindi un bel groupage di tutto.
Divertente, regista eccelso nell'arte dell'intrattenimento, mi sono sempre divertito a guardare un suo film. Eppure Bastardi, Django e Hateful mi avevano un po' infastidito, come se non fossero completamente a fuoco, come se tante trovate fossero gratuite e di mestiere piuttosto che funzionali a qualcosa nel film. Ad esempio la scelta di cambiare la storia in Bastardi o delle caption che escono come se fossimo in un fumetto o in un film di Leone, le ho sempre sentite non a fuoco o poco giustificabili.

Sono molto contento invece di questo Hollywood, Tarantino ha fatto un grande salto in avanti, come se fosse maturato e avesse potuto liberarsi dei suoi stilemi e usarli solo quando veramente ce n'era bisogno.
Un maturazione quindi che ha portato a una sintesi del suo cinema.
Sintesi che si è mostrata essere in perfetta antitesi con il suo inizio di carriera, quando, ad esempio in Pulp Fiction, ogni dettaglio specifico era volto a una storia superiore.
Ora, la storia a cappello è irrilevante, o perlomeno potrebbe essere qualunque cosa come ben descritto nel finale. (E qui mi trova un senso il cambio della narrazione storica, che trovavo inutile in Bastardi.)
In questa sua sintesi quello che conta è la storia del personaggio, i momenti importanti nella sua vita, un semplice giro in macchina o l'andare a vedere il primo film in cui sei protagonista. Scene che per la storia a cappello sono irrilevanti, ma per l'attore sono momenti fondamentali della vita.
E' un po come se avesse invertito il suo cinema facendoci capire che, in fondo, non è nemmeno il punto di arrivo il focus di tutto, ma come ci arrivi.
Proprio come i vari "C'era una volta" di Leone erano una summa di tutto il suo cinema e un'odissea dei personaggi, anche questo per Tarantino è la sintesi di tutto il suo cinema e in questo giustifico l'utilizzo del titolo.
Sono proprio contento che Tarantino mi abbia spiazzato, mostrandomi un regista che scava ancora e cerca di domandarsi quale sia il suo posto nel mondo del cinema.