Goldust 7½ / 10 08/07/2020 11:39:35 » Rispondi Bresson definì questo suo lavoro "un film di mani, oggetti e sguardi" e devo dire che non si può trovare una definizione migliore. Una pellicola compatta e minimale, scandita dalla voce fuori campo del protagonista che legge appunto il suo diario e che vive un'esistenza da semi-emarginato, trovando la sua strada solo nel poetico finale grazie
all'insperato amore di una ragazza anch'ella, come lui, piena di problemi
Il grande rigore formale, l'esaltazione dell'immagine a discapito dei dialoghi e l'attenzione per il montaggio nelle scene dei borseggi definiscono la maturità di quest'opera, tra le migliori firmate dal regista.