kowalsky 8½ / 10 30/11/2009 13:48:15 » Rispondi Voglio dedicare i miei prossimi mesi a conoscere interamente l'opera di Bresson. Uno stile essenziale e scarno, pochi dialoghi ma determinanti - l'io narrante anche qui è predominante - e un fortissimo senso laico davanti al "contagio" dell'immaginario religioso. Quale reato? Quale peccato? Le buone intenzioni svaniscono davanti all'evanescenza della colpa, come nel caso del protagonista. E il borsaiolo Michel non fa niente per difendersi, perchè non sente ragioni per essere accusato. Sembra anzi cercare la strada più breve per espiare una colpa al posto della propria "libera" coscienza. Un diario segreto, da scrittore in erba, serve a descrivere i suoi furti. Il finale si affida tutto allo sguardo tra Michel e Jeanne, alle rivelazioni celate nei gesti (spoiler)